Ilva, operai per tutta la notte sull’altoforno a 60 metri d’altezza. Oggi altre proteste in attesa della decisione del gip
A 60 metri di altezza sulla torre di smistamento dell’altoforno 5 (il più grande d’Europa) a Taranto per salvare il loro posto di lavoro. Hanno passato la notte così i cinque operai dello stabilimento siderurgico Ilva che ieri sera hanno deciso di salire sul nastro trasportatore utilizzato per il trasporto di carbone per protestare contro la chiusura dell’impianto a causa dell’inchiesta giudiziaria in corso. I lavoratori hanno esposto uno striscione con la scritta ’Lavoro è dignità’. Solidarietà agli operai è stata manifestata dal segretario provinciale della Uilm di Taranto, Antonio Talò, che si è recato sul posto.
La protesta, sorta spontanea, potrebbe proseguire in altre forme. E per oggi è attesa la decisione del gip del tribunale sul piano di investimenti dell’azienda.
La zona è presidiata da Vigili del fuoco e ambulanze per prevenire eventuali emergenze. Fim-Cisl esprime solidarietà ma anche preoccupazione per le “proteste estreme” perchè potrebbero “mettere a richio l’incolumità dei lavoratori”. I sindacati annunciano di aver chiesto “un incontro con l’azienda”
Dalle 6 di questa mattina i delegati e gli esecutivi della Fim Cisl dell’Ilva di Taranto stanno incontrando i lavoratori, presso le portinerie A, D e Tubifici ”per spiegare l’azione sindacale intrapresa volta a coniugare le ragioni del lavoro con le ragioni della salute e dell’ambiente”.
Contestualmente stanno distribuendo un volantino illustrativo in cui si sottolinea che ”dalla giornata di venerdi’ continuano a susseguirsi pareri della Magistratura, a diversi livelli (dai custodi, alla Procura, sino all’ultima decisione del Gip), di bocciatura del Piano d’interventi predisposto dall’Ilva” e che ”gia’ al termine dell’incontro di martedi’ 18 settembre la Fim Cisl nazionale e di Taranto aveva giudicato il Piano troppo parziale e inadeguato rispetto agli obiettivi di ambientalizzazione e riqualificazione industriale, troppo distanti dalle prescrizioni dei custodi giudiziari e di quelle che immaginiamo scaturiranno dalla revisione della nuova Aia, la cui istruttoria sara’ chiusa il prossimo 30 settembre”.
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