Marchionne agli operai Fiat: Faremo la nostra parte ma non da soli. Il mio impegno è qui
”Noi ci impegnamo a fare la nostra parte, ma da soli non possiamo fare tutto. E’ necessario iniziare da subito a pianificare azioni, a livello italiano ed europeo, per recuperare competitività internazionale”. Cosi’ l’ad della Fiat, Sergio Marchionne, parlando al Lingotto a top manager, dirigenti, quadri e professional. Marchionne ha quindi indicato la strada da seguire rilevando la necessità di “azioni che garantiscano una reale flessibilità e certezza del diritto nelle relazioni industriali, iniziative che riconoscano la valenza dell’export per il rilancio dell’economia del Paese, politiche da parte della Banca centrale europea per facilitare l’accesso al credito”.”E’ necessario -ha proseguito l’ad del Lingotto- che la Commissione europea garantisca condizioni di equità per tutti i costruttori respingendo quei tentativi, specialmente da parte tedesca, di creare condizioni piu’ favorevoli alla propria industria, a scapito degli altri ed e’ altrettanto necessario -ha detto ancora- che in sede europea si valuti con grande attenzione la firma di nuovi accordi di libero scambio stringendoli solo con Paesi di reale interesse per l’industria in modo da tutelare e proteggere questo settore senza svenderlo ai concorrenti giapponesi o sudcoreani”.”La possibilita’, della quale ho parlato sabato al presidente del Consiglio che la nostra azienda e il nostro Paese diventino un nucleo significativo per le esportazioni di auto esiste ed e’ credibile, ma la scelta non spetta solo a noi. L’impegno a tutelare la realta’ italiana, a renderla competitiva e in grado di creare occupazione richiede cultura e obiettivi condivisi e non puo’ prescindere da un impegno di tutta l’Italia. Io personalmente sono fiducioso, adesso e’ il momento di dimostrare che stiamo all’altezza della situazione, di ripartire e di farlo nel modo che conosciamo meglio, dal valore fondamentale su cui questo Paese e’ stato fondato, il nostro lavoro”.”Non ho mai smesso di occuparmi della Fiat e non ho intenzione di farlo. L’impegno che ho preso il 1 giugno del 2004 con gli azionisti ma prima di tutto con voi è immutato, è vivo e forte, oggi più che mai, non ho alcuna intenzione di abbandonarvi”, aggiunge il manager Fiat.”Dobbiamo ripensare il modello di business al quale siamo abituati, dobbiamo renderci conto che, viste le attuali condizioni della domanda di auto e le previsioni degli anni a venire, l’Italia e l’Europa non potranno per noi essere più i soli mercati finali”, spiega ancora, perché “Il loro peso è diventato troppo piccolo. Possiamo e dobbiamo pensare -ha aggiunto Marchionne- al settore dell’auto in Italia con una logica diversa, orientarlo in modo differente e attrezzarlo perche’ diventi un importante centro di produzione per le esportazioni fuori dall’Europa e nel nostro caso -ha concluso- significa soprattutto verso gli Stati Uniti oltre che nel resto del mondo”.”Chi urla non ha piu’ ragione, ha solo piu’ fiato, loro non sono la maggioranza e non sono certo la parte sana del Paese”. Marchionne torna così sulle polemiche degli ultimi giorni. ”Quando si viene attaccati, come siamo attaccati noi ora, quando le mezogne passano per verita’, quando ti accorgi che vince chi urla di piu’ il rischio e’ che dopo la rabbia iniziale si venga presi dallo sconfonto. E’ successo anche a me, a volte mi sono chiesto se ne valga la pena ma poi mi sono reso conto che chi urla non ha piu’ ragione, ha solo piu’ fiato, loro non sono la maggioranza e non sono certo la parte sana del Paese”. ”Non dobbiamo e non possiamo lasciare che vincano, vorrebbe dire far vincere il declino, piegarci all’inerzia, ho sempre superato i miei momenti di incertezza con la determinazione di chi ha un progetto di valore e sente il dovere di realizzarlo e sono qui – ha concluso – per dirvi di non arrendervi e che non siete solo”.
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