Piemonte, la Finanza nel palazzo della Regione. Indagine sui conti del Consiglio. Aperto un fascicolo anche in Emilia Romagna
La Guardia di Finanza di Torino si è presentata questa mattina negli uffici dei gruppi politici regionali dove sta raccogliendo documenti. Nei giorni scorsi infatti la Procura del capoluogo piemontese ha avviato un’indagine conoscitiva sui conti del Consiglio regionale per accertare se vi sia stata qualche malversazione o mancanza soprattutto nei bilanci dei gruppi e nelle rendicontazioni delle spese dei consiglieri, come le autocertificazioni di missioni e trasferte, i rimborsi chilometrici, e cosi via.
A quanto si apprende il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, su mandato della Procura di Torino, sta acquisendo da tutti i gruppi del Consiglio regionale del Piemonte, la documentazione contabile a partire dal 2008. Questo nell’ambito dell’indagine conoscitiva, senza indagati né ipotesi di reato. L’inchiesta è affidata al pool pubblica amministrazione, coordinato dal procuratore aggiunto Andrea Beconi.
“Abbiamo consegnato la documentazione richiesta a partire dall’inizio della legislatura, quindi dal 2010, con la massima disponibiltà a collaborare e spiegare il funzionamento del gruppo sotto il profilo della gestione finanziaria – ha riferito il presidente del gruppo consiliare regionale del Pdl Piemonte, Luca Pedrale – . Il personale della Guardia di Finanza è ancora nella sede del Gruppo è sta svolgendo il proprio lavoro con grandissima professionalità e cortesia”.
I finanzieri da questa mattina stanno acquisendo la documentazione contabile di tutti i gruppi consiliari. ”Non abbiamo nulla da nascondere – ha spiegato – e non siamo stupiti per la visita della Finanza e la richiesta di acquisizione della documentazione. Anzi, ritengo sia giusto che, in un momento difficile come quello attuale, la politica dia un segnale forte ai cittadini, nella direzione della massima trasparenza”.
Il capogruppo regionale Pd in Piemonte, Aldo Reschigna ‘, commenta: ”Questa visita non mi stupisce, è un passaggio scontato e inevitabile, vista l’apertura del fascicolo da parte della magistratura”. ”Naturalmente – aggiunge – ho messo a disposizione la documentazione richiesta e spiegato le modalità di gestione finanziaria del gruppo, che non prevedono l’assegnazione diretta di somme di denaro ai consiglieri regionali perché qualunque uscita è successiva alla presentazione dei relativi documenti contabili da parte dei singoli consiglieri”.
”Sono assolutamente favorevole ai controlli esterni sull’utilizzo delle risorse dei gruppi – sottolinea l’esponente del Pd – perché in questo momento ritengo siano gli unici strumenti capaci di rassicurare i cittadini sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche”.
Aperta un’indagine anche dalla procura di Bologna che ha organizzato appositamente un pool di magistrati e uomini della Guardia di Finanza, chiamati a lavorare su questo specifico fronte. Si tratta di un fascicolo conoscitivo, al momento senza indagati e senza ipotesi di reato, per fare luce sulla gestione dei conti dei gruppi consiliari della Regione Emilia Romagna.
La Procura di Bologna era già a lavoro sull’inchiesta riguardante le presunte interviste a pagamento rilasciate da alcuni consiglieri regionali alle emittenti radiotelevisive locali. Non solo. A queste si aggiungono altre due indagini, una sui conti del gruppo consiliare dell’Idv, con l’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex capogruppo Paolo Nanni, accusato di peculato, e una sui conti pubblici della Lega Nord, dopo alcune denunce che erano state sollevate da ex esponenti del Carroccio.
In Regione è indagato per falso ideologico anche il presidente Vasco Errani, finito nell’inchiesta sul caso ‘Terremerse’ che riguarda le procedure del finanziamento accordato da Viale Aldo Moro alla cooperativa guidata dal fratello del presidente della giunta, Giovanni Errani. Per Errani i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio.
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