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Lettera Lavitola, Alfano attacca Fini: E’ incompatibile con la carica di presidente della Camera

Fini è incompatibile con la carica di Presidente della Camera e deve alzarsi da quella sedia perché non onora la carica”. Il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano va all’attacco del presidente della Camera che ha definito Berlusconi ‘un corruttore’”.
“Il Presidente del Senato Renato Schifani è un gigante di terzietà e sta dando esempio di come si dovrebbe fare il Presidente di un ramo del Parlamento. Fini invece è afflitto da una grave sindrome: la sindroma monomaniacale antiberlusconiana. E’ affetto da Sma”.
Stesse considerazioni per il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto secodo cui “è evidente a tutti che Fini è così impegnato nella versione più dura dello scontro politico ed elettorale in atto e del quale egli chiaramente vuole essere uno dei protagonisti di prima linea, che ciò è in totale contraddizione con l’atteggiamento di imparzialità e sobrietà che dovrebbe caratterizzare una altissima carica istituzionale dello Stato. La contraddizione fra Fini leader di un partito politico e il Fini presidente della Camera è clamorosa e difficilmente contestabile. Per la normalità del confronto politico sarebbe bene che egli ne traesse le conseguenze anche perché si sta costituendo un precedente destinato a modificare in peggio la qualità della carica di presidente delle assemblee elettive”.
In difesa di Gianfranco Fini interviene però il numero due di Fli Italo Bocchino: “La dichiarazione di Cicchitto su Fini è fuori luogo visto che Lavitola viene dalla sua nidiata e che fu proprio lui a portarlo in Forza Italia. Piuttosto colpisce che un uomo intelligente e politicamente esperto come Cicchitto non si indigni per il fatto che il suo capo del governo avrebbe commissionato attraverso un faccendiere ad un Paese estero un dossier per far dimettere la terza carica dello Stato. Sono certo che nei colloqui privati con Berlusconi a suo tempo Cicchitto lo sconsigliò di infilarsi in questa storia torbida”.
Intanto parte una querela nei confronti di Lavitola. Ad annunciarla è l’europarlamentare ed ex ministro della Giustizia Clemente Mastella tirato in ballo nella missiva del direttore dell’Avanti per il caso dell’arresto di sua moglie Sandra Lonardo. “Con questo personaggio non ho mai avuto rapporti né alcun tipo di frequentazione. Il signor Lavitola millanta e dice il falso. Ho dato mandato ai miei legali di sporgere querela. Non ho mai ricevuto da Lavitola e da chicchessia notizie che riguardassero quello che lui chiama ‘il vergognoso arresto di mia moglie”. “Non so quale sia il suo scopo – prosegue Mastella – il suo obiettivo. Non so davvero a cosa miri affermando quel che si legge. A me interessa che si faccia assoluta chiarezza. A questo punto a maggior ragione chiedo che gli inquirenti approfondiscano una vicenda incredibile quanto sconcertante. Come avrebbe fatto ad avere informazioni su questioni così delicate? Chi c’è e chi ci sarebbe stato dietro di lui?”.
Ma la pubblicazione della lettera di Lavitola ha scatenato la reazione indignata di Antonio Di Pietro che dal suo blogo è andato all’attacco del centrodestra. ”La lettera che il faccendiere Valter Lavitola voleva inviare, meno di un anno fa, a Silvio Berlusconi, certifica quello che tutti sapevamo, anche se adesso tanti faranno finta di cadere dalle nuvole. Nella storia recente di questo Paese non c’è stato niente di trasparente e niente è stato fatto secondo le regole della democrazia. Adesso è sotto gli occhi di tutti la verità sulla caduta del governo Prodi. Non fu provocata dalla litigiosità della coalizione, come hanno raccontato i giornali per anni, ma molto più volgarmente dai soldi sborsati per comprare senatori senza dignità né onore, gentaglia molto peggiore di quella che si vende negli onesti quartieri a luci rosse”.
”Con gli stessi mezzi sono stati affrontati i dissensi interni alla maggioranza – aggiunge Di Pietro – fino a che, nel dicembre 2010, siamo arrivati addirittura alla compravendita dei voti nei corridoi di Montecitorio ridotti a un suq, con tanto di prezzario ufficiale noto a tutti”.