G8 Genova, la Cassazione: “Il massacro della polizia alla Diaz un puro esercizio di violenza. Ha screditato l’Italia agli occhi del mondo”
L’irruzione alla scuola Diaz nella notte del 21 luglio 2001 durante il G8 e’ stato un “puro esercizio di violenza”, caratterizzato da un “massacro ingiustificabile da parte degli operatori di polizia” che ha gettato “discredito sulla nazione agli occhi del mondo intero”. Lo mette nero su bianco la V Sezione penale della Cassazione nelle 186 pagine di motivazione (la sentenza e’ la 38085) nelle quali spiega il perche’ lo scorso 5 luglio ha convalidato le condanne per falso aggravato nei confronti degli allora vertici della polizia dichiarando invece prescritto il reato di lesioni per i poliziotti.
La Cassazione, parlando dei pestaggi durante il G8, non fa sconti ne’ ai dirigenti ne’ ai poliziotti. In vari passaggi della sentenza i relatori Piero Savani e Stefano Palla parlano di “condotta cinica e sadica degli operatori di polizia”, di “un massacro ingiustificabile”. Piu’ volte nella sentenza ritorna l’espressione di Michelangelo Fournier l’allora capo del settimo nucleo che fece irruzione alla Diaz ‘macelleria messicana’ che la Cassazione definisce quaanto mai “significativa e fotografica”. Particolarmente “odioso” viene definito da piazza Cavour l’atteggiamento degli allora vertici della polizia, tra i quali Gilberto Caldarozzi, Francesco Gratteri, Giovanni Luperi e Vincenzo Canterini sul mancato pentimento o quanto meno sul “ravvedimento” del massacro avvenuto alla Diaz nel quale vennero arrestate e ferite circa 93 persone.
La Cassazione inoltre mette in evidenza come l’irruzione nella scuola Diaz sia stata caratterizzata da una “mancata indicazione per via gerarchica di ordini a cui attenersi” tanto che “c’era una sorta di carta bianca nell’uso della forza connaturato all’esecuzione dell’operazione”.
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