Fiorito arrestato: peculato per 1,3 milioni di euro. “Meglio la gente del carcere che del Pdl”
L’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito, è stato arrestato per peculato. Il provvedimento è stato eseguito su richiesta della procura della Repubblica che aveva ottenuto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere dal gip.
La decisione del gip Stefano Aprile di emettere per Fiorito l’ordinanza di custodia cautelare è stata dettata anche dal pericolo di fuga e inquinamento delle prove.
Allo stato l’unico reato ipotizzato è quello di peculato con riferimento alla somma di 1,3 mln di euro, di cui si sarebbe appropriato l’ex capogruppo del Pdl del consiglio regionale del Lazio.
Fiorito è stato arrestato su ordine del gip dai finanzieri del Nucleo di polizia valutaria, che partecipano alle indagini del procuratore aggiunto Alberto Caperna e del pubblico ministero Alberto Pioletti.
Nei giorni scorsi era già stata ventilata l’ipotesi che per i fatti di cui è ritenuto responsabile i magistrati fossero decisi a disporre l’arresto dell’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio.
Sono 193 i bonifici al centro dell’inchiesta che oggi ha portato in carcere Fiorito. Bonifici che ammontano complessivamente a 1.380.000. Nell’indagine è emerso che l’ex capogruppo ha movimentato oltre 6 mln di euro.
Dall’indagine è emerso anche che il milione e 380mila euro è confluito negli stessi conti, sia italiani sia esteri, che ora sono all’attenzione dei magistrati. Gli accertamenti riguardano anche la rete di finanziamenti che Fiorito avrebbe attivato ricorrendo all’opera dei segretari del gruppo Pdl alla Regione Lazio, Pierluigi Boschi e Bruno Galassi. Anche per loro c’è l’ipotesi di reato di peculato, ma la loro posizione è ancora all’esame degli investigatori.
Con i fondi Pdl Fiorito avrebbe comprato anche una jeep per fare fronte all’emergenza neve . In particolare, servendosi dei soldi sottratti dai conti del partito gli inquirenti hanno accertato che l’ex capogruppo avrebbe acquistato una caldaia per la villa del Circeo e una Jeep Wrangler. Quest’ultimo acquisto è del 13 febbraio scorso, quando a Roma ci fu un’abbondante nevicata. La jeep ha un valore di 35mila euro.
Del 1.380.00 euro che avrebbe sottratto con i bonifici dai conti del Pdl, secondo gli inquirenti, 350mila sono finiti sui conti esteri, il resto sui conti italiani. Per quanto riguarda le indennità ricevute per i diversi incarichi ricoperti, gli investigatori hanno accertato che, secondo la legge regionale 19 del 1995, Fiorito non aveva diritto a percepire i 300mila euro effettivamente percepiti, come invece l’ex capogruppo ha affermato, e questo perché la norma, all’articolo 4, prevede che l’indennità sia unica a prescindere dal numero degli incarichi e che corrisponda alla più alta tra quelle a cui si avrebbe diritto.
Fiorito è stato arrestato su ordine del gip dai finanzieri del Nucleo di polizia valutaria, che partecipano alle indagini del procuratore aggiunto Alberto Caperna e del pubblico ministero Alberto Pioletti.
Nei giorni scorsi era già stata ventilata l’ipotesi che per i fatti di cui è ritenuto responsabile i magistrati fossero decisi a disporre l’arresto dell’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio.
Per l’avvocato Taormina ”l’arresto di Fiorito per l’ipotesi di peculato non è pertinente. C’è una giurisprudenza – sottolinea – che dice che quando questo denaro pubblico entra nelle tasche di un partito, piaccia o non piaccia, diventa denaro privato”. “Inoltre – prosegue – c’è da dire che se hanno arrestato Franco Fiorito, mancano all’appello gli altri 70 consiglieri della Regione Lazio”.
Sulle esigenze per procedere all’arresto aggiunge: ”Noi abbiamo avuto un interrogatorio dove abbiamo depositato tutti gli atti. Pericoli di fuga non ce ne sono mai stati, per cui sotto tutti i profili, parlando di esigenze cautelari per l’arresto, queste non c’erano”. Infine, riguardo all’arresto del suo assistito, Taormina osserva: ”Si aspettava e si temeva per la pressione dell’opinione pubblica e per il dibattito che è nato”.
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