San Raffaele, Daccò condannato a 10 anni. Formigoni si difende: La regione Lombardia è estranea ai fatti
La Regione Lombardia è del tutto estranea, come tutti sanno, anche se fanno finta di non sapere”. Così il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, arrivando nella sede della Conferenza delle Regioni, ha commentato la condanna a dieci anni di reclusione per Pierangelo Daccò, l’uomo d’affari accusato di bancarotta del San Raffaele.
Il gup di Milano Cristina Mannocci ha condannato con rito abbreviato a dieci anni di reclusione Pierangelo Daccò, l’uomo d’affari accusato di concorso in bancarotta del San Raffaele. Per lui l’accusa aveva chiesto una pena a 5 anni e mezzo. Assolto, invece, Andrea Bezziccheri per il quale la Procura aveva chiesto una condanna a tre anni.
Secondo l’accusa, i due, in concorso con altre persone, avrebbero contribuito a creare il cosiddetto ‘sistema San Raffaele’ per formare fondi neri così da soddisfare le esigenze economiche del vecchio management e di chi gli era vicino.
Oltre al concorso in bancarotta, Daccò è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, appropriazione indebita e distrazione di beni.
“Potrebbe essere una sentenza con i piedi d’argilla” ha commentato il suo avvocato Giampiero Biancolella. Per il legale “gli elementi di condanna sono gli stessi per i quali la Cassazione aveva annullato la prima ordinanza di custodia cautelare” per Daccò.
L’uomo d’affari è stato condannato anche a una provvisionale di 5 milioni da versare alla Fondazione Monte Tabor e ai tre commissari nominati al San Raffaele.
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