Elezioni Usa, Romney in recupero nella corsa alla Casa Bianca. Ma la ripresa economica aiuta il presidente
Manca un mese all’election day del 6 novembre, il rush finale delle elezioni presidenziali americane. L’ultimo mese della campagna elettorale prende il suo avvio in una situazione, a sorpresa, molto diversa da quella che si poteva prevedere solo una settimana fa, quando Barack Obama sembrava rafforzare di giorno in giorno un certo, seppur sempre contenuto, vantaggio su un Mitt Romney in difficoltà. La performance negativa di Barack Obama al primo dibattito televisivo che si è svolto martedì scorso a Denver, ha infatti non solo segnato uno stop del trend negativo del candidato repubblicano, ma – secondo i sondaggi del weekend – anche rovesciato i termini del duello.
Secondo il Rasmussen’s daily presidential tracking poll, cioè un rilevamento quotidiano dell’andamento del duello presidenziale, Romney viene dato al 49% contro il 47 di Barack Obama.
Ma in queste ultime ore non sono mancate le buone notizie per Obama: notizie arrivate ieri con la pubblicazione da parte del dipartimento del Lavoro i dati relativi a settembre, con un calo del tasso di disoccupazione dall’8,1% al 7,8%. Si tratta del tasso più basso dall’inizio del mandato di Obama, nel gennaio del 2009, e soprattutto sotto quell’8%, considerata una soglia psicologica oltre la quale un presidente in carica difficilmente può sperare nella rielezione.
Nonostante le critiche da parte di Romney e altri repubblicani, che accusano l’amministrazione di aver “drogato” i dati, questi numeri hanno costituito un ottimo volano per Obama che oggi, nel discorso radiofonico che il presidente americano pronuncia ogni sabato, ora anche via Internet, ha potuto rivendicare che a quattro anni dalla “peggiore crisi economica delle nostre vite, stiamo assistendo, come nazione, a segnali di una ripresa”. Ed ha puntato il dito contro i repubblicani del Congresso accusati di bloccare le sue riforme che potrebbero aiutare il ceto medio.
L’ultimo mese di campagna elettorale parte quindi con due importanti colpi messi a segno dai due candidati che ora guardano alle prossimi due dibattiti – il 16 ottobre e il 22 ottobre – per riuscire a guadagnare terreno, aggiudicandosi il voto di chi ancora non ha deciso, soprattutto nei famosi stati chiave. Stati come l’Ohio che, bisogna ricordare, in effetti si è già iniziato a votare, come in altri stati americani dove è in vigore il sistema dell’early vote, che permette di recarsi a votare già diverse settimane prima dell’election day.
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