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Crisi, diminuisce il reddito delle famiglie e crolla il potere d’acquisto. Giù anche la propensione al risparmio

Il potere di acquisto delle famiglie nel secondo trimestre del 2012 è in calo dell’1,6% sul trimestre precedente e del 4,1% rispetto al secondo trimestre del 2011. Lo comunica l’Istat. Nei primi sei mesi il calo è stato pari al 3,5% annuo.
Nel secondo trimestre del 2012 il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti è diminuito dell’1% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% rispetto al corrispondente periodo del 2011.
Cala la propensione al risparmio delle famiglie che nel secondo trimestre del 2012 è pari all’8,1%. L’Istat spiega che rispetto al trimestre passato la flessione è dello 0,6% mentre risulta dello 0,5% rispetto al corrispondente trimestre del 2011.
La variazione acquisita del Pil al secondo trimestre del 2012 per l’intero anno è stata rivista da -2,1% a -2%.
Nel secondo trimestre del 2012 il Pil è diminuito dello 0,8%, in termini congiunturali e del 2,6% nei confronti del secondo trimestre del 2011. L’Istat rileva come la stima relativa ai trimestri recenti conferma i risultati pubblicati il 10 settembre scorso.
Gli aggregati della domanda interna che hanno subito una revisione del tasso di variazione congiunturale relativo al secondo trimestre 2012 sono: gli investimenti fissi lordi (-2,1% con una revisione di +0,2 punti percentuali), le importazioni (-0,5% con una revisione di -0,1 punti percentuali) e le esportazioni (+0,1% con una revisione di -0,1 punti percentuali).
I comparti di attività economica che hanno registrato una revisione della variazione congiunturale sono l’agricoltura (-2,1% con una revisione di -0,2 punti percentuali) e l’industria in senso stretto (-1,4% con una revisione di +0,3 punti percentuali).