Fatti e disfatti/80

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Politica

Stasera alle 21 ora di New York (le tre del mattino in Italia) lo scontro fra i vice, Joe Biden e Paul Ryan. Fino a una settimana fa, per l’unico dibattito fra il democratico e il repubblicano ci si aspettava che Biden si limitasse a mantenere un profilo basso, come in tutta la campagna, proteggendo il vantaggio della squadra Obama. Ryan invece doveva andare all’attacco e dare sprint a quella di Romney. Dato il fallimento di Obama nel primo dibattito, e il cambiamento nei sondaggi, che vedono il rivale repubblicano in rimonta negli Stati in bilico, la strategia cambia: ora Biden deve andare all’attacco e ridare lui sprint a Obama, mentre Ryan deve mantenere il vantaggio ottenuto da Romney evitando di apparire troppo estremista e continuando lo spostamento al centro della squadra.

Due dati economici possono sollevare la popolarità di Obama: il numero dei pignoramenti delle case – uno dei punti più dolorosi della crisi del 2007-2008 – è sceso al minimo degli ultimi cinque anni. E le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono scese nella scorsa stetimana, confermando un trend di quattro settimane: non erano così basse dal febbraio 2008.

Il dibattito alla Camera, davanti alla Commissione Controllo, potrebbe invece danneggiare Obama: si discute della sicurezza in Libia e in particolare a Bengasi, dove l’ambasciatore Chris Stevens e altri tre americani sono stati uccisi l’undici settembre scorso. Varie testimonianze sostengono che i funzionari Usa in Libia avevano chiesto maggiori forze di sicurezza, ma la richiesta era stata negata dal Dipartimento di Stato.

Altro elemento preoccupante di politica estera: la Russia intende interrompere il ventennale accordoper lo smantellamento delle armi nucleari e chimiche nelle ex Repubbliche Sovietiche. Putin fa capire che il suo Paese ha adesso abbastanza soldi per procedere da sè, ma è evidente il tentativo di punire Obama per il piano di costruire il sistema antimissilistico in Europa.