Legge elettorale, primo sì a preferenze e premio di coalizione. Solo Pd e Idv contro
“Oggi è stato fatto un grosso passo avanti sulla riforma della legge elettorale, che costituisce una grossa svolta. Ora confido sulla collaborazione dei gruppi e dei partiti per trovare la massima convergenza, anche se c’è già convergenza sui due terzi del testo. Farò di tutto perché entro la fine del mese il testo possa approdare in aula”. Lo ha detto il presidente del Senato Renato Schifani, parlando con i giornalisti a palazzo Madama, commentando il voto della commissione Affari costituzionali. A favore hanno votato il Pdl, Lega, Udc, Mpa e Fli e Coesione nazionale, contrari Pd e Idv.
Assi portanti del testo base che è un sistema proporzionale corretto, sono, oltre alle preferenze: il premio del 12,5% dei seggi complessivi alla lista o coalizione di liste che ottiene il maggior numero di seggi a livello nazionale; una soglia di sbarramento del 5% alla Camera e al Senato (con tre deroghe: 4% per le liste coalizzate, 7% per le liste che ottengono tale risultato in un insieme di circoscrizioni pari almeno a un quinto della popolazione; per le minoranze linguistiche.
Dopo l’adozione del testo base, comunque, il lavoro della prima commissione entra nel vivo: il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per mercoledì 17 alle 18. Da giovedi’ 18 ci sarà l’illustrazione. La settimana probabilmente decisiva per il voto finale su un testo da licenziare per l’aula sarà la penultima di ottobre.
”Il risultato dei lavori alla commissione Affari costituzionali del Senato è molto positivo. Finalmente la riforma della legge elettorale è stata approvata in una sede parlamentare e ciò prova che c’è un impegno reale di tutte le forze politiche”, afferma il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto.
“In commissione Affari costituzionali è stato votato come testo base il testo presentato dal Pdl. Il Pd ha votato contro questo testo perche’, pur essendo simile a quello che abbiamo presentato noi, prevede come strumento per scegliere gli eletti le preferenze”, spiega la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro. “Io penso -aggiunge- che la cronaca di queste settimane e di queste ore ci consegna una nuova questione morale. E ci racconta che uno dei modi in cui la corruzione e la criminalità organizzata hanno permeato la politica è stato proprio il sistema delle preferenze. Io credo che tutto questo imponga il nostro no, e il no dei cittadini alle preferenze. Io mi auguro che anche le forze politiche che hanno detto sì a questo sistema si ricredano. Per noi comunque il no alle preferenze è un limite invalicabile”.
Ma anche nel Pdl c’è chi si schiera contro le preferenze. “Spiace che il testo base sulla riforma elettorale approvato dalla Commissione Affari costituzionali del Senato preveda il ripristino delle preferenze, vero e proprio male della politica. Mi auguro che durante il dibattito in Aula si mediti meglio sulla questione, fino a rivederla”, dice il presidente della Commissione bicamerale per l’Attuazione del federalismo fiscale, Enrico La Loggia, che è fra i primi firmatari di un documento con il quale oltre 40 parlamentari del Pdl contrari all’introduzione delle preferenze.
“La legge approvata è un buon compromesso e tale deve essere considerato da tutti, destra e sinistra”. Lo dichiara in una nota il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa. “Il Pd -osserva- ha chiesto il premio alla coalizione e noi ci siamo fatti carico di questa scelta, che pure non condividevamo. Ci sono le preferenze, che consentono agli elettori di scegliersi i parlamentari: a chi le critica vorrei ricordare che i banditi che comprano voti possono farlo sia col sistema delle preferenze che con i collegi uninominali”.
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