Crisi, dall’inizio dell’anno i poveri sono aumentati del 15% ma la Caritas è fiduciosa: C’è voglia di ripartire
Aumenta la quota di italiani poveri: dall’inizio dell’anno i registra un +15,2%. E’ uno dei dati del Rapporto Caritas 2012, che evidenzia anche la crescita di povertà economica (+10,1%), mentre sono stabili i problemi di poverta’ dei disoccupati, quasi al 60%. Diminuisce del 10,7% la presenza di persone senza dimora o con gravi problemi abitativi; aumentano gli interventi di erogazione di beni materiali (+44,5%).
Emergono dunque “in modo chiaro scrive la Caritas- alcune tendenze: aumentano soprattutto gli italiani, cresce la multi problematicità delle persone, con storie di vita complesse, di non facile risoluzione, che coinvolgono tutta la famiglia; la fragilità occupazionale è sempre più evidente e diffusa; aumentano gli anziani e le persone in età matura; si impoveriscono ulteriormente le famiglie immigrate. “Nonostante le tendenze di peggioramento, si registrano tuttavia segni di speranza -si legge ancora-: una grande vitalità delle comunità locali, che hanno avviato esperienze di ogni tipo per contrastare le tendenze della marginalità sociale. Gli operatori Caritas riscontrano un nuovo desiderio di ripartire, espresso da molte persone in difficoltà: affiora la volontà di rimettersi in gioco, l’aspirazione a migliorare la propria situazione. Aumentano le persone che richiedono ascolto personalizzato e inserimento lavorativo (+34,5 e +17%); aumentano del 122,5% le attività Caritas di orientamento (professionale, a servizi, a opportunità formative, ecc.); aumenta del 174,8% il coinvolgimento di altri enti e organizzazioni.
“La rilevazione -spiega don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana- attraverso un campione di 191 Centri di ascolto in 28 Diocesi, fotografa i profili delle persone che nel 2011 si sono rivolte alla Caritas, aiutandoci a capire come la crisi stia fortemente incidendo sulle vecchie povertà, facendone nel contempo emergere di nuove. E i dati del primo semestre 2012, riferiti agli stessi Centri, indicano purtroppo un ulteriore aggravamento della situazione. Si tratta di storie e volti incontrati ogni giorno nelle 220 Diocesi italiane”. ”Ma accanto a questo – conclude don Soddu – c’è anche qualche segnale di speranza, rappresentato dalle esperienze avviate in tutte le diocesi per cercare di rispondere ai crescenti bisogni e al moltiplicarsi delle richieste”.
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