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Palermo, l’ultimo saluto a Carmela. Folla e commozione ai funerali. Cancellieri: Medaglia d’oro per il suo atto eroico

Mamma Giusi e papà Serafino si stringono forte aggrappandosi l’uno all’altro mentre l’arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo, parla di Carmela “che già sorride nelle braccia della Misericordia di Dio”. All’esterno della chiesa Sant’Ernesto oltre mille persone assistono in silenzio, chi piangendo, chi scuotendo la testa.
Sono in centinaia tra amici, parenti e compagni di scuola, a dare l’ultimo saluto a Carmela Petrucci, la studentessa liceale di 17 anni uccisa venerdì scorso a coltellate dall’ex fidanzato della sorella, Lucia, rimasta gravemente ferita. Lucia non c’è. E’ ancora ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo e non sa che la sorella non c’è più. Mamma e papà le hanno raccontato, ingoiando le lacrime, che Carmela è ricoverata in un altro ospedale. Una bugia pietosa per risparmiare l’atroce dolore alla ragazza sopravvissuta al massacro di venerdì.
La bara, bianca, viene accolta in chiesa da un lungo applauso. Sull’altare ci sono i genitori, Giusi e Serafino, il fratello Antonino, amici e parenti. Si abbracciano e non smettono di tenersi per mano per tutta l’omelia. Ci sono anche tanti striscioni per ricordare Carmela: ‘Un assassino ha spezzato le ali di un angelo. Noi donne siamo carne da macello’, si legge su uno degli striscioni. Scuotono le coscienze le parole dell’arcivescovo di Palermo, cardinale Paolo Romeo, che celebra l’omelia: “Preghiamo anche per Samuele, perché imbocchi la via del pentimento”, ha detto il prelato che si è più volte rivolto ai giovani durante la messa: “Carissimi giovani, tenete bene aperti gli occhi”, li esorta.
“Non lasciatevi – ha sottolineato il cardinale Romeo rivolgendosi ai giovani – ingannare da un modo di entrare in relazione che non rispetta l’incontro fra due persone, l’incontro fra due libertà. Non posso cadere nella superficialità di universi virtuali in cui di me faccio vedere solo ciò che mi conviene e pretendo dall’altro solo ciò che ”mi piace”. Abbiate reale conoscenza di voi stessi e degli altri, di ciò che si è, anche nella sconfitta e nel fallimento, senza rifugiarvi in percorsi immaginari o stereotipi diffusi. Tutto questo banalizza, svende, distrugge la persona e la bellezza dell’incontro autentico”.
Particolarmente strazianti i messaggi letti in chiesa da un cugino di mamma e papà. ”Com’era Carmelina? Era precisa, ordinata, studiosa, il suo sogno era diventare pediatra per aiutare tutti. Ringrazio tutti, parenti, amici, compagni di scuola, professori”, scrive mamma Giusi nella lettera letta sull’altare al termine dei funerali. ”Ringrazio il personale dell’ospedale – ha proseguito – pregate per Lucia e Antonino che hanno bisogno di tanto affetto per superare questo momento”.
Anche il fratello di Carmela, Antonino, ha voluto scrivere un pensiero per la sorella uccisa e per l’altra, ancora ricoverata: ”Carmela era una persona meravigliosa. Un angelo e me l’hanno portata via. Chiedo di pregare per Lucia perché metà di lei è andata via. Dico a tutti di stare vicini ai propri genitori perché non c’è niente di più importante della famiglia”. Molto toccanti anche le parole del padre di Carmela: “Che nessun padre debba più piangere la morte della figlia uccisa da una mano vile. Chiediamo che la violenza sulle donne sia punita e repressa senza sconti di pene”. ”L’immenso dolore che ci ha colpiti non troverà mai fine, questo dolore segnerà tutta la nostra vita. Ringrazio tutti coloro che ci sono stati vicini”, ha concluso.
Dopo l’omelia, il feretro di Carmela è stato accompagnato al liceo Umberto I per l’ultimo saluto di compagni e docenti. La bara è stata accolta da una sirena e il suono della campanella ha dato l’addio alla ragazza che frequentava il liceo con ottimi voti.
Un cuscino di fiori è stato inviato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che conferirà alla memoria di Carmela una medaglia d’oro al valor civile. Ad annunciarlo questa mattina a Palermo è stato il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri. “E’ morta per difendere la sorella – ha detto il ministro – non è una vittima di mafia ma riceverà alla memoria la medaglia d’oro per il suo atto eroico”. Il ministro ha incontrato nel capoluogo siciliano gli studenti ai quali ha fatto osservare un minuto di silenzio in ricordo di Carmela: “Una ragazza come voi morta per difendere la sorella”.
I magistrati, intanto, continuano a indagare sul delitto e il tentato omicidio di Lucia. Il procuratore aggiunto Maurizio Scalia e il pm Caterina Malagoli stanno vagliando la posizione di tre persone che, secondo la Squadra mobile, avrebbero aiuto Samuele Corso, l’assassino reo confesso nella fuga dal luogo del delitto fino a Bagheria.
I tre, un cugino, un amico de la madre di quest’ultimo ieri sono stati interrogati nei locali della Squadra mobile di Palermo dagli inquirenti. Secondo i magistrati i tre avrebbero aiutato Samuele Caruso, venerdì pomeriggio, a cambiare la maglietta intrisa di sangue e a fasciargli la mano, ferita durante la colluttazione con le due ragazze. I tre non sono ancora iscritti nel registro degli indagati, ma la loro posizione potrebbe cambiare a breve.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, Samuele sarebbe uscito di casa la mattina di venerdì e si sarebbe appostato sotto l’abitazione di Lucia e Carmela in via Udite, 14 in attesa che le due sorelle tornassero dal liceo. Qui la vile aggressione. La prima ad essere colpita, come sembra, è stata Carmela sgozzata con due fendenti alla gola. Venti coltellate invece per colpire la ex fidanzata, Lucia. Per lui il gip ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione.