Processo Mediaset: Berlusconi condannato a 4 anni, interdetto per 5 anni dai pubblici uffici
Condanna a 4 anni per frode fiscale e interdizione di cinque anni dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi. Si chiude così, dopo sei anni, il primo grado del processo sui diritti tv.Secondo i giudici di Milano con il sistema dei costi gonfiati nella compravendita dei diritti tv è stata realizzata ”un’evasione notevolissima”. Per questo la prima sezione penale del Tribunale di Milano ha condannato l’ex premier per il reatro di frode fiscale. In particolare, i giudici milanesi hanno giudicato prescritto il reato di frode fiscale contestato a Berlusconi nel 2001 e lo hanno condannato per gli esercizi 2002-2003.
L’interdizione di tre anni è stata stabilita dai magistrati per gli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Gli imputati giudicati colpevoli dei reati contestati dovranno anche pagare una provvisionale di 10 milioni all’Agenzia delle entrate. Assolto invece il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri che, attraverso il suo legale Vittorio Virga ha fatto sapere di essere contento per l’assoluzione nel merito ottenuta ma allo stesso tempo dispiaciuto per la condanna a Berlusconi. Una condannata giudicata ”assolutamente incredibile” dai legali dell’ex premier Niccolò Ghedini e Piero Longo. Una sentenza “che va contro le risultanze processuali. Addirittura non si è tenuto conto delle decisioni della Corte di Cassazione e del Giudice di Roma, che per gli stessi fatti hanno ampiamente assolto il Presidente Berlusconi”. Lo dichiarano l’avvocato Piero Longo e l’avvocato Niccolò Ghedini, per i quali “straordinaria è poi la circostanza che non si sia attesa la decisione della Corte Costituzionale in ordine al conflitto sollevato, il che potra’ comportare l’annullamento del processo”.
“E’ evidente -proseguono gli avvocati di Berlusconi – che si tratta di una decisione che è totalmente sconnessa da ogni logica giuridica con un Tribunale totalmente teso a concludere il processo contro l’onorevole Berlusconi negando prima i testi a difesa, e poi con tecnica del tutto inusuale per un processo durato undici anni, di cui sei di dibattimento, procedendo alla motivazione contestuale limitando, cosi’, a 15 giorni il tempo per scrivere l’atto di impugnazione”. “E’ auspicabile -concludono- che in Corte d’Appello vi possa essere atmosfera diversa, con l’assunzione di tutti i testi a difesa immotivatamente negati, e con il pieno riconoscimento dell’insussistenza dei fatti e dell’innocenza dell’onorevole Berlusconi”.
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