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Legge di stabilità, l’allarme della Cgil: Sarà una batosta da 125 euro a contribuente

Gli interventi fiscali, previsti dalla legge di stabilità, costano al contribuente medio 125 euro l’anno. E’ quanto emerge dalle tabelle della Cgil, che fa la differenza tra le riduzioni delle aliquote Irpef, l’aumento dell’Iva e le minori detrazioni e deduzioni. Secondo Cgil, un contribuente con un reddito lordo di 19.250 euro avrà benefici fiscali Irpef pari a 118 euro ma allo stesso tempo, dovrà fare a meno di 160 euro tra deduzioni e detrazioni, a cui si aggiungono 83 euro in più di Iva, dovuti all’aumento dell’aliquota. Per un lavoratore dipendente con uno stipendio medio di 26.000 euro il costo delle misure contenute nella legge di stabilità sarà pari a 82 euro, risultato della differenza tra 180 euro di vantaggi Irpef e 160 euro di minori detrazioni/deduzioni più 102 euro di maggiore Iva.
Passando ai nuclei familiari, una coppia di lavoratori dipendenti con un reddito complessivo pari a 55.000 euro, a causa della legge di stabilità, dovrà fare i conti con effetti negativi per 421 euro. In particolare dalla riduzione dell’Irpef si stima una minore imposta di 380 euro, che però sarà più che ‘compensata’ dalle minori detrazioni/deduzioni pari a 491 euro a cui si sommano altri 310 euro di maggiore Iva.
Non va meglio per i pensionati, che pagheranno la legge di stabilità 291 euro, a causa di minori detrazioni/deduzioni per un totale di 261 euro più 230 euro di maggiore Iva a cui vanno sottratti 200 euro di minore Irpef.
La situazione fiscale peggiora anche per i lavoratori precari, con 8.000 di reddito l’anno, che non potranno contare sugli interventi Irpef perché incapienti, ma si troveranno a pagare 55 euro di Iva in più. Nessun beneficio, invece, per i lavoratori dipendenti (part-time) con reddito 15.000 euro, perché le detrazioni/deduzioni restano invariate, l’Irpef si riduce di 70 euro, ma allo stesso tempo l’Iva aumenta di 70 euro.
Dati scoraggianti arrivano per i pensionati con un reddito annuo di 16.000 euro. Secondo il sindacato lo sconto Irpef sono di 85 euro, mentre le minori deduzioni/detrazioni ammontano a 86 euro e l’Iva pesa per altri 72 euro. Mentre il pensionato sociale (5.577 euro l’anno) non avrà né benefici né aggravi sul reddito perché incapiente, ma pagherà 48 euro in più, dovuti all’aumento dell’Imposta sul valore aggiunto. Le misure fiscali contenute nella legge di stabilità peseranno sulle tasche degli operai per 107 euro l’anno. la Cgil stima che un reddito medio di 20.000 potrà beneficare di una minore Irpef, pari a 120 euro, ma dovrà pagare un incremento delle detrazioni/deduzioni pari a 137 euro, a cui si sommano altri 90 euro di maggiore Iva.
Un impiegato con un reddito di 30.000 euro pagherà la riforma 110 euro, a causa di un aumento dell’Iva pari a 120 euro, più le minori detrazioni/deduzioni che ammontano a 190 euro, che saranno compensate solo in parte dalla riduzione Irpef di 200 euro. Infine ci sono i liberi professionisti, con reddito annuo di 60.000 euro. La minore Irpef sono di 232 euro, le minori detrazioni/deduzioni ammontano a 198 euro e l’incremento delle aliquote Iva pesa per altri 228 euro, per un costo di 194 euro. Il reddito disponibile si riduce in misura maggiore per i pensionati sociali (0,86%); mentre per il lavoratore precario l’incidenza sul reddito disponibile sarà pari allo 0,83%. Per l’operaio gli interventi fiscali avranno un impatto dello 0,53% mentre per l’impiegato guardo l’incidenza è dello 0,37%. Si scende allo 0,32% per i lavoratori dipendenti con reddito di 26.000, per li professionisti e pensionati con reddito di 16.000 euro. Per il contribuente medio l’impatto delle misure fiscali sul reddito disponibile sarà pari allo 0,65%.