Trattativa Stato-mafia, Mancino e Ciancimino in aula a Palermo per l’udienza preliminare
Al via nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo l’udienza preliminare del procedimento sulla trattativa Stato-mafia. Sono dodici gli imputati su cui il giudice per le udienze preliminari Piergiorgio Morosini dovrà decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai pm Lia Sava, Antonino Di Matteo e Francesco Del Bene. Gli imputati sono i boss mafiosi Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, Antonino Cinà e Giovanni Brusca, il colonnello dei Carabinieri Giuseppe De Donno, il generale Mario Mori, il generale Antonio Subranni, il senatore Pdl Marcello Dell’Utri e l’ex ministro Calogero Mannino. Presenti nell’aula bunker come imputati l’ex Presidente del Senato Nicola Mancino e Massimo Ciancimino.
Il gup Morosini sarà chiamato a decidere anche se accogliere le numerose richieste di costituzione civile delle parti. A presentare richiesta il Governo, il Comune di Firenze, le Agende Rosse di Salvatore Borsellino, il Centro Pio La Torre e il sottosegretario Gianni De Gennaro contro Massimo Ciancimino. Poi c’è da valutare se accogliere la richiesta, avanzata dal legale di uno degli imputati, il colonnello Giuseppe De Donno.
Anche il Comune di Palermo si costituirà parte civile. “La costituzione di oggi è doverosa due volte – dice il sindaco Leoluca Orlando -, perché occorre accertare se come molti denunciamo la mafia ha assunto il volto dello Stato e lo Stato ha assunto il volto della mafia”.
Davanti all’aula bunker staziona un piccolo presidio del popolo delle Agende Rosse. Una ventina di persone tiene uno striscione con su scritto ‘Uniti tra noi, uniti per voi contro la mafia’, mentre su un altro c’è una fotografia dei giudici Falcone e Borsellino sorridenti.
”Provo una grande emozione – dice il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia – perché è l’inizio di un processo importante, ma anche perché sono i miei ultimi giorni a Palermo e questa potrebbe essere la mia ultima udienza da procuratore aggiunto qui”. Dal Guatemala ,dove Ingroia andrà nei prossimi giorni per conto dell’Onu, continuerà il suo impegno “non come pm o investigatore perché dal Guatemala è un po’ difficile, ma senza fare passi indietro, anzi facendo passi avanti potrò contribuire affinché cresca un movimento per la verità e la giustizia sulla stagione più buia della nostra storia”.
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