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Caso Fiat, Torino frena: “Sulla mobilità per i 19 operai di Pomigliano non c’è alcuna fretta”

Caso Fiat, Torino frena: “Sulla mobilità per i 19 operai di Pomigliano non c’è alcuna fretta”

Fiat fermi “l’avvio della procedura di messa in mobilità del personale” di Pomigliano. Sul caso dei 19 operai che il Lingotto ha deciso di mettere in mobilità in risposta alle decisioni del giudice del lavoro di reintegrare altrettanti lavoratori iscritti alla Fiom, interviene il governo.

A farlo, con una nota, è il ministro del Lavoro Elsa Fornero che “constata, con rammarico e preoccupazione, la novità della fattispecie che fa evolvere le relazioni industriali nel senso dello scontro e dell’indurimento della contrapposizione; la mancanza di volontà di dialogo di entrambe le parti; l’assenza di una posizione comune da parte sindacale”.

Fornero assicura quindi che “si adopererà per quanto di sua competenza per fermare l’avvitamento in una spirale nella quale tutti, dai singoli all’intero Paese, sono perdenti. Pertanto, invita la Fiat a soprassedere all’avvio della procedura di messa in mobilità del personale, in attesa dellaverifica di una possibilità di dialogo che non riguardi soltanto il fatto specifico, ma l’insieme delle relazioni sindacali in azienda”.Sul caso di Pomigliano si è esperesso oggi anche il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera: “Non entro nel merito ma non mi è piaciuta la mossa che ha fatto” Fiat, ha detto ai microfoni di Sky Tg24. Comunque, ha aggiunto Passera, una “libera azienda e se la vede al suo interno”. Passera ha tuttavia precisato: ”Mi è piaciuta la notizia sulla decisione di non chiudere impianti in Italia”. Come governo, nel confronto con l’azienda, ha aggiunto, “faremo il possibile perché gli impianti siano attivi e produttivi, non fermi come ora”. Il tavolo di lavoro per potenziare l’export, ha concluso il ministro, “va proprio nella direzione di rendere più competitivi gli impianti manifatturieri”

Le iniziative annunciate dalla Fip di Pomigliano d’Arco “stanno originandocommenti in molti casi non pertinenti e inesatti”. E ”non vi è alcuna urgenza” per la procedura di mobilita’ che riguarda 19 lavoratori dello stabilimento. E’ quanto puntualizza la Fiat in una nota. Una prima diversa versione del comunicato e’ stata diffusa per un problema tecnico. ”Le iniziative annunciate dalla Fip di Pomigliano d’Arco stanno originando commenti in molti casi non pertinenti e inesatti. Per fare chiarezza sulla situazione l’azienda ritiene utile precisare quanto segue: la procedura di mobilità ha un iter e dei tempi tecnici prestabiliti per consentire ai soggetti preposti e alle organizzazioni sindacali di esaminarne le motivazioni. Nessuna iniziativa può essere avviata dall’azienda prima della conclusione della procedura, ovvero come minimo 45 giorni dall’avvio, e cioè dal 31 ottobre scorso. Non vi è pertanto alcuna urgenza”.  ”I 19 ricorrenti – prosegue Fiat – sono titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con Fiat Group Automobiles, che non si è mai interrotto e attualmente fruiscono come altri più di 1000 dipendenti del comprensorio di trattamento di cassa integrazione, oggetto di specifico accordo sindacale firmato il 6 luglio 2011. Il rientro al lavoro di questi lavoratori, con passaggio alla società Fip, è unicamente condizionato dalla domanda del mercato dell’auto italiano ed europeo, attualmente molto al di sotto delle previsioni”. Ma sulla vicenda, dopo il governo, oggi sono intervenuti partiti e sindacati. ”Mi piacerebbe approfondire bene questo accavallarsi di Piani e di che cosa stiamo parlando. Fin qui abbiamo visto solo rompere il giocattolo, non una cosa che possa chiamarsi piano”, ha attaccato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani.

”Se viene riconosciuto un errore, o una colpa, dell’azienda non può essere scaricata su altri, su lavoratori che hanno bisogno di mantenere la famiglia”, afferma Bersani. ”Se stiamo all’episodio di questi – continua Bersani – posso solo dire che è un gesto non accettabile, perché contiene un messaggio” errato ”sul piano morale che non fa bene al Paese. Capisco che si è creato un problema. Allora lo si discute insieme e una soluzione la si trova discutendo, magari con gesti che segnalino una direzione verso la solidarietà e non verso la rottura e lo scontro. Questo direi se fossi al governo”. Contro la decisione Fiat si è espresso anche il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera CesareDamiano: ”La decisione Fiat di mettere in mobilità 19 lavoratori di Pomigliano, come risposta all’ingiunzione dei giudici di riassumere altrettanti lavoratori della Fiom discriminati, è una scelta inaccettabile”. “Non si possono mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. La sentenza della Corte d’appello di Roma non è altro che un atto di giustizia che pone fine all’esclusione dalle assunzioni nella fabbrica campana di 145 lavoratori in quanto iscritti ad un sindacato. Quello di Fiat è dunque di un atto di ritorsione che deve essere respinto anche perché crea un pericoloso precedente. Non è certo questo il modo di ristabilire normali relazioni sindacali nei luoghi di lavoro e di rendere percorribile un piano futuro di investimenti e di ripresa dell’occupazione”, conclude Damiano.

Anche i sindacati protestano contro la presa di posizione dell’azienda: “Faremo ricorsi legali perché per noi non c’è fondamento e si tratta di lavoratori che hanno sottoscritto un accordo. Il presidente della Repubblica farebbe bene a interessarsi del problema della Fiat”, annuncia il leader Cisl, Raffaele Bonanni. “Penso che si sia gonfiata seppur su basi concrete la notizia sui 19 licenziamenti per nascondere la notizia importante degli investimenti. E’ un gioco al massacro portato avanti da tempo”. “Tuttavia la Fiat -ha aggiunto Bonanni- ha sbagliato a fare autogol continuando il testa a testa con la Fiom dopo un’affermazione così importante come quella di proseguire con gli investimenti, ingaggiando una competizione forte con Audi e Bmw costruendo auto di lusso”. Mentre Rocco Palombella, segretario generale della Uilm annuncia che ”oggi, insieme ai sindacati firmatari di accordi con Fiat e del contatto specifico, chiederemo di incontrare l’azienda per bloccare l’avvio delle procedure per la mobilità di 19 addetti dello stabilimento produttivo di Pomigliano d’Arco. Ci vogliono 45 giorni per l’espletamento delle procedure di mobilità e nei primi 7 giorni è possibile arrestarle. Tenteremo di farlo”. ”Siamo contrari – ha continuato il leader della Uilm – a qualsiasi forma di licenziamento, perché danneggerebbe i lavoratori che stanno lavorando al ciclo produttivo della ‘Panda’. I provvedimenti annunciati dal gruppo automobilistico si ritorcerebbero proprio contro di loro”. Poi, l’attacco contro Fiom: ”Stigmatizziamo – ha detto il sindacalista – il comportamento strumentale di un sindacato che ha rinunciato a fare accordi per rivolgersi alla magistratura. Cercheremo di evitare la lotta tra lavoratori nel medesimo luogo in cui prestano la loro opera. Ma desidero ricordare che tra le quasi due migliaia di addetti che devono essere anora assunti nel sito campano, ci sono tanti iscritti Uilm e non per questo abbiamo deciso di andare dal giudice, perché facciamo sindacato”.