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Elezioni Usa, sfida sui numeri dei posti di lavoro. Obama: 171mila in più. Romney: Falso, economia si limita a galleggiare

Negli Stati Uniti si sono creati 171 mila posti di lavoro in più nel mese di ottobre. E’ quanto ha reso noto oggi il dipartimento del Lavoro, pubblicando i dati – attesissimi in vista delle elezioni di martedì prossimo – che registrano però un aumento del tasso di disoccupazione dal 7,8% del mese di settembre al 7,9%.
L’aumento dello 0.1% del tasso di disoccupazione viene interpretato come una conseguenza del fatto che è cresciuta la forza lavoro, con oltre mezzo milione di persone – 578mila per l’esattezza – che hanno ripreso a cercare lavoro, di fronte ai segnali di ripresa.
Questi dati “danno una ulteriore prova che l‘economia americana si sta riprendendo dalle ferite imposte dalla peggiore crisi dai tempi della Grande Depressione”, commenta il presidente dei consiglieri economici della Casa Bianca, Alan Krueger. Per Krueger è fondamentale “continuare con le politiche che stanno costruendo un’economia funzionante per la classe media”, mente gli Stati Uniti tentano di “uscire dalla voragine provocata dalla grave recessione iniziata nel dicembre del 2007″.
Poi da Hilliard, Ohio (una delle ultime tappe della campagna elettorale del candidato democratico), è lo stesso presidente Usa Barack Obama a sottolineare che l’economia americana ha fatto “reali progressi”. Tuttavia, aggiunge Obama, “finché ci sarà un solo americano che cerca lavoro e non riesce a trovarlo”, questo significa che “la battaglia continua e abbiamo ancora del lavoro da fare”.
Diverso il parere di Mitt Romney. L’economia americana si limita a “galleggiare”, dice Glenn Hubbard, principale consigliere economico della Campagna del candidato repubblicano. Alle sue parole fanno eco quelle di un altro consigliere, Eric Fehrnstrom, che via Twitter afferma, a nome di Romney, che “l’aumento a ottobre del tasso di disoccupazione al 7,9 % ci ricorda tristemente che l’economia è praticamente ferma”.