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Siria, ennesimo massacro a Damasco e nelle periferie: cento morti in 24 ore

Continuano i bombardamenti in vari quartieri di Damasco e dei suoi sobborghi, dopo una delle notti più violente cui si è assistito nella capitale siriana da quando è scoppiata la rivoluzione contro il regime del presidente Bashar al-Assad, quasi 20 mesi fa. I quartieri meridionali della capitale e varie località del Rif sono state interessate da intensi cannoneggiamenti e colpi di mortaio, mentre in varie zone della città si sono registrati scontri tra le forze governative e le milizie rivoluzionarie armate, che sono proseguiti fino alle prime ore di questa mattina.
I comitati di coordinamento locale in Siria parlano di almeno 100 morti nelle ultime 24 ore a Damasco e nel Rif, tra cui donne e bambini. Di questi 100, nove sono stati giustiziati sul campo nella zona di Sabina, nei sobborghi della capitale. Gli aerei da guerra hanno continuato anche in mattinata a bombardare il Rif di Damasco, in particolare Yalda, Sabina e Babila, mentre si è assistito a un concentramento di militari attorno alla città di Duma, dopo una serie di attacchi contro dei check-point del governo.
Bombardamenti anche sull’aeroporto militare del Mezzeh, nei quartieri di Yarmuk, Tadamon e al-Hajar al-Aswad, nelle aree di Babila, al-Qadam, al-Taqaddom e Nahr Aishe. In molti casi, i bombardamenti si accompagnano a intense sparatorie. In particolare a Yarmuk, abitato per la maggior parte da palestinesi, gli abitanti riferiscono di uno “stato di guerra vero e proprio”, sottolineando che al momento si contano almeno 25 morti, per la maggior parte civili, e un centinaio di feriti. Gli attivisti affermano di aver registrato almeno 100 spari di cannone dalle zone ovest di Damasco verso le aree meridionali e orientali della capitale nelle ultime 24 ore.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra, fa sapere che il quartiere di al-Hajar al-Aswad è stato bombardato dalle forze del regime, che si stanno scontrando con le brigate rivoluzionarie, mentre a Tadamon si assiste a un esodo della popolazione.
A Duma, gli attivisti hanno consigliato agli abitanti di lasciare la citta’, visti gli intensi bombardamenti cui si assiste.
Intanto è fallito il faccia a faccia tra il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e il segretario generale della Lega Araba, Nabil al-Arabi, avvenuto al Cairo per trovare un accordo su una soluzione alla crisi siriana. Lo ha sottolineato lo stesso leader dell’organizzazione panaraba nel corso di una conferenza stampa al termine dell’incontro.
“Abbiamo discusso della situazione in Siria, analizzando quello che è stato fatto finora e per capire se c’è qualche maniera di andare avanti. Fatemi essere chiaro, non c’è accordo su nulla”, ha affermato al-Arabi davanti ai giornalisti nella capitale egiziana. “Abbiamo discusso tutti gli aspetti della situazione. Ci sono diverse idee ma niente di definito”, ha aggiunto.
Dal canto suo, Lavrov ha evidenziato la necessità di “convincere tutte le parti (in conflitto, ndr) in Siria a cessare il fuoco e ad avviare negoziati sulla base dell’accordo di Ginevra”, riferendosi al piano di transizione russo sul quale era stata trovata un’intesa di massima il 30 giugno. Nel corso della sua missione in Egitto, Lavrov, che oggi è atteso in Giordania, ha incontrato anche il presidente Mohamed Mursi e il suo omologo, Mohammed Kamel Amr.