L’America al voto. Il Boss con Obama: Difendo i vostri sogni. Romney: Ruggiremo
Oggi è il giorno. L’America è chiamata al voto per eleggere il suo nuovo presidente. Ieri i due candidati hanno coperto 8 stati in meno di 24 ore.
Barack Obama ha chiuso la campagna elettorale nell’Iowa, con la moglie Michelle al suo fianco sul palco per la prima volta dalla Convention democratica. Il presidente ha parlato per 29 minuti, senza mai fare alcun riferimento al rivale Repubblicano Mitt Romney.
L’ultimo appello agli elettori il repubblicano Romney ha voluto lanciarlo dal New Hampshire, dove ha iniziato la sua campagna presidenziale a giugno. “Sono i vostri voti ed il vostro lavoro qui nel New Hampshire che mi aiuteranno a diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti”, ha dichiarato il candidato Repubblicano rivolto ai suoi sostenitori. Romney ha attaccato Obama, accusandolo di essersi limitato a parlare di cambiamento, ma di non averlo realizzato.
Barack Obama può contare su un contenuto, ma significativo, vantaggionei più importanti stati chiave. Secondo il sondaggio finale dell’istituto Ppp infatti il presidente è al 52% contro il 47% di Mitt Romney in Ohio, da tutti considerato lo stato che deciderà il prossimo presidente degli Stati Uniti. Obama, sempre secondo lo stesso rilevamento, è in vantaggio anche in Virginia, conquistata quattro anni fa con la prima vittoria nello stato del sud di un candidato democratico dagli anni sessanta.
Contrariamente da quanto indicato da altri sondaggi, che nei giorni scorsi davano Romney in lieve vantaggio in Virginia, ora Obama avrebbe nello stato il 51% contro il 47% dello sfidante. Anche un ultimo sondaggio a livello nazionale appare favorevole al presidente in carica: il rilevamento pubblicato dal Pew Research Center, relativo agli orientamenti di voto nell’ultimo weekend pre elettorale, dà infatti Obama al 48% con Romney al 45%.
Insomma, come si è lasciato sfuggire in Ohio il candidato repubblicano, “Obama può vincere”.
Il presidente in carica deve però fare i conti con un brutto presagio che arriva dalla sconfitta di ieri dei Redskins, la squadra di football di Washington. E’ infatti da quando i Redskin hanno iniziato a rappresentare la capitale nella National Football League, nel 1940, che il presidente o il partito in carica hanno perso o vinto la Casa Bianca in accordo con il risultato ottenuto dalla squadra nel match precedente all’election day. Ma Obama può contare su un’unica, importante eccezione, nelle utime 18 elezioni: anche alla vigilia dell’elezione con cui George W. Bush ottenne poi la rielezione, in una battaglia che anche in quell’occasione fu combattuta sul filo del rasoio con John Kerry, i Redskins furono sconfitti per 28 a 13 dai Green Bay Packers. Questo non impedì al presidente in carica di vincere le elezioni proprio con i voti decisivi, altra possibile similarità, dell’Ohio. Quattro anni fa la tradizione fu ristabilita, e Obama sconfisse il candidato repubblicano – quindi del partito che era stato alla Casa Bianca per otto anni – John McCain dopo che la squadra di football fu demolita dai Pittsburgh Steelers per 23 a 6. E anche ieri è stata una brutta giorna per i Redskins, sconfitti per 21 a 13 dai Carolina Panthers.
Entrambi i candidati si giocano il tutto per tutto nelle prossime ore. Al termine di una maratona elettorale di 17 mesi, e quasi tre miliardi di dollari bruciati, toccheranno oggi ben otto stati, quelli dove fino all’ultimo si combattono le battaglie decisive. Il presidente Obama e il suo vice Joe Biden da una parte, Mitt Romney e Paul Ryan dall’altra, parteciperanno in tutto a 14 manifestazioni elettorali
Una replica di quello che è successo ieri, quando i quattro candidati hanno girato freneticamente negli otto stati chiave, tenendo in tutto sei comizi nello stato più importante di tutti, l’Ohio. E all’aeroporto di Cleveland le due squadre opposte si sono quasi incrociate, quando l’Air Force Two, l’aereo del vice presidente Biden, pronto al decollo è stato quasi affiancato da quello della campagna di Romney. Per entrambi i candidati vi sono state folle di sostenitori e appelli finali al voto. E Obama ha avuto al suo fianco in New Hampshire un testimonial di eccezione, l’ex presidente Bill Clinton che in queste ultime frenetiche battute della campagna elettorale non si sta risparmiando per aiutare l’ex avversario della moglie. Sia Romney che Obama sono stati ieri in Ohio ed oggi vi torneranno. Il presidente – che ieri è stato anche in Florida e Colorado – sarà a Cincinnati e poi volerà in Wisconsin ed Iowa, toccando così tutti e tre gli stati del mid west che, secondo molti analisti, potranno dargli la sicurezza della vittoria. Alla fine tornerà a Chicago, dove si trova il suo quartier generale, ed dove trascorrerà l’Election Day e vivrà quella che si prospetta come una lunghissima election night.
Romney ha fatto la scorsa notte la sua ultima tappa in Iowa, e oggi iniziera’ anche lui il suo ultimo tour in Ohio, dove si è fermato anche ieri pomeriggio per fare un discorso a Cleveland di fronte a 6mila persone, commettendo un passo falso che ha provocato i fischi del pubblico. “Se il presidente venisse rieletto”, ha detto il repubblicano che poi di fronte alle proteste del pubblico ha aggiunto: “è possibile, ma non probabile”. Romney oggi farà poi due diversi comizi in Virginia, uno Florida e poi a tarda notte uno stop a Manchester, in New Hampshire, prima di tornare a casa a Boston per l’election day.
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