Petraeus al Congresso ammette: Cia sapeva che a Bengasi si trattava di terrorismo
Il generale David Petraeus ha dichiarato che la Cia aveva subito stabilito che quello che era accaduto a Bengasi era un atto terroristico e non una manifestazione diventata violenta. Nella sua testimonianza di fronte al Congresso, dove è arrivato senza essere intercettato dai giornalisti, l’ex direttore della Cia ha anche assicurato che lo scandalo per la sua relazione con Paula Broadwell non ha avuto alcuna influenza sul suo rendiconto degli eventi. Molti membri della commissione servizi della Camera hanno espresso preoccupazione, infatti, riguardo all’eventualità che Paula Broadwell, la biografa ufficiale di Petraeus che ora è emerso essere stata la sua amante, sia venuta in possesso di materiale top secret. ”Ci può essere stata confusione con la norma di linguaggio non classificata (su Bengasi, ndr)…forse c’era maggior chiarezza nella nota classificata. C’erano forse delle sottigliezze usate che possono essere state comprese da alcuni in un modo e da altri in un altro modo” ha spiegato il deputato Jim Langevin riferendo al contenuto dell’audizione di Petraeus, e citando come esempio la differenza fra ”estremista” e ”terrorista”. Si spinge però molto oltre il deputato repubblicano Peter King, sottolineando, in una intervista all’emittente conservatrice Fox News, che Petraeus ha detto che il virgolettato con il sospetto del ”coinvolgimento di al Qaeda”, contenuto nel primo rapporto della Cia sull’attacco di Bengasi è sparito nelle versioni fatte circolare all’interno dell’amministrazione. ”Nessuno sa ancora con certezza chi ha definito la versione finale della norma di linguaggio”, ha aggiunto King.
La rappresentante americana alle Nazioni Unite, e candidata alla poltrona di Segretario di stato, Susan Rice, aveva dichiarato, primo commento di un rappresentante dell’Amministrazione dopo l’attacco costato la vita a quattro persone fra cui l’ambasciatore americano a Tripoli Chris Stevens, che il consolato era stato assalito dai manifestanti arrabbiati per il film blasfemo su Maometto.
La prima testimonianza di Petraeus è stata, alle 7.30 di questa mattina (le 13.30 in Italia) di fronte alla commissione intelligence della Camera, a seguire l’audizione di fronte alla commissione intelligence del Senato.
L’attenzione centrale è stata posta sul modo in cui è stata gestita la risposta all’assalto del consolato americano in Libia, che si è concluso, come è noto, con la morte dell’ambasciatore Chris Stevens e di altri tre americani, tra i quali due agenti Cia.
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