Gaza, tregua più vicina. Israele blocca invasione da terra. Hillary Clinton a Tel Aviv
Mentre continuano i raid su Gaza e il lancio di razzi contro Israele, le diplomazie sono sempre più impegnate per giungere a una tregua.
La firma di un cessate il fuoco tra lo Stato ebraico e le fazioni palestinesi, Hamas in testa, e’ questione di ore, secondo quanto afferma l’emittente pan-araba al-Arabiya, sostenendo che l’Egitto sta già preparando le condizioni per la firma dell’accordo tra le parti.
Secondo fonti citate dalla televisione saudita, tra le clausole dell’accordo vi e’ la fine dell’embargo israeliano sulla Striscia di Gaza e l’apertura dei valichi di frontiera con l’enclave palestinese. Le stesse fonti hanno quindi affermato che si cerchera’ di interrompere il conflitto per 24-48 ore prima dell’approvazione finale del cessate il fuoco. L’emittente sottolinea infine il ruolo di primo piano che il presidente egiziano Mohammed Mursi ha svolto nel raggiungere l’obiettivo.
Il portavoce del premier israeliano Benjamin Netanyahu, Mark Regev, conferma che Israele per ora ha bloccato l’ipotesi dell’invasione di terra, ma sottolinea che i “preparativi comunque continuano”.
Il premier israeliano ha presieduto una riunione notturna del governo per discutere le proposte di tregua degli egiziani, ma non e’ stata raggiunta una decisione, ha detto ancora Regev. Non e’ stata ancora trovata una formula che Israele possa definire soddisfacente, ha poi aggiunto. Il portavoce israeliano ha smentito la notizia diffusa da Al Arabiya riguardo a una tregua imminente.
La comunità internazionale però non vuole restare a guardare. E per mediare una soluzione al conflitto a Gaza, Barack Obama invia Hillary Clinton. Il segretario di Stato oggi sara’ in Israele e nei territori palestinesi per unirsi agli sforzi internazionalil per riuscire a mediare un cessate il fuoco.
L’iniziativa diplomatica americana arriva al settimo giorno dell’offensiva a Gaza, durante il quale gli israeliani hanno gia’ colpito oltre 100 obiettivi. Oltre alla Clinton nella regione vi sono il segretario generale dell’Onu, Ban Ki moon, che ieri sera e’ arrivato al Cairo mentre oggi e’ atteso a Gerusalemme e Ramallah, e il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, anche lui arrivato ieri sera.
Il segretario generale delle Nazioni Unite ha rivolto oggi un appello agli israeliani e ai palestinesi. Parlando dal Cairo, in una conferenza stampa congiunta con il segretario generale della Lega Araba Nabil al-Arabi, Ban ha quindi affermato che un’invasione di terra da parte di Israele provocherebbe una pericolosa escalation. ”Questo si deve fermare – ha detto Ban – i palestinesi e gli israeliani vivono nella paura di un altro attacco”.
Una escalation della violenza, ha proseguito il numero uno dell’Onu, metterebbe a rischio l’intera regione. ”Tutte le parti devono interrompere le violenze immediatamente – ha detto – un’ulteriore escalation metterebbe a rischio l’intera regione”.
”Dobbiamo tutti riconoscere che Israele ha timori legittimi che devono essere rispettati dal diritto internazionale”, ha proseguito Ban Ki-moon parlando dalla sede della Lega Araba al Cairo. Ban ha quindi voluto sottolineare come la sua intenzione sia quella di mandare ”un messaggio chiaro”, un ”appello personale per la fine delle violenze” e di essere pronto a un ”impegno in prima persona per giungere al cessate il fuoco”. Il segretario generale dell’Onu ha quindi voluto ”offrire le mie piu’ sincere condoglianze ai molti civili rimasti uccisi, soprattutto alle famiglie delle vittime”
Nel frattempo le violenze proseguono. Almeno 16 razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza su Beersheba in Israele dove si sono sentite tre esplosioni. In particolare, un razzo ha colpito una casa, ma secondo fonti della polizia non ci sono stati feriti in quanto i residenti erano nello spazio fortificato. Ingenti danni sono invece stati causati all’edificio.
Un’altra esplosione ha invece colpito un autobus, ma i viaggiatori sono rimasti illesi in quanto sono fuggiti dal mezzo al suono delle sirene. Una terza esplosione ha causato l’incendio di alcuni veicoli, provocando panico in alcune persone che sono state assistite dal personale medico.
Secondo le fonti del ministero della Sanita’ di Gaza, sono 110 le vittime palestinesi del conflitto e centinaia i feriti, mentre sono tre gli israeliani rimasti uccisi dai razzi lanciati dai palestinesi e oltre 250 le persone ricoverate nel sud di Israele, alcuni in stato di shock.
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