Pdl, tensione tra Berlusconi e Alfano. Sacconi: Primarie confermate per il 16 dicembre
Dopo una nuova giornata di passione, le primarie del Pdl restano ancora in piedi. L’incontro a pranzo tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano a palazzo Grazioli, infatti, sembra aver allontanato, almeno per ora, il rischio di fallimento, ma la tensione continua ad essere alta. Raccontano che il vertice di oggi si sia presto trasformato in un nuovo serrato confronto sull’opportunita’ politica o meno di celebrare le consultazioni per la scelta della premiership nel 2013. L’ipotesi di election day il 10-11 marzo, infatti, ha costretto gli organizzatori ad archiviare la formula sul modello americano, mettendo a serio rischio l’appuntamento fortemente voluto dal segretario.
Le voci che circolano in Transatlantico, a Montecitorio, sull’esito del faccia a faccia sono diverse e, come spesso capita in questi casi, contradditorie. C’e’ chi assicura che in via del Plebiscito si sarebbe ripetuto lo stesso copione andato in scena all’ultimo ufficio di presidenza del partito. Con Gianni Letta a mediare tra un segretario deciso a difendere a spada tratta le primarie e un Cavaliere sempre perplesso, perche’ le considera uno spreco di soldi e solo un modo per dare la stura a una guerra tra correnti interne (vista anche la folla di candidati), dannosa per l’immagine di un partito gia’ disorientato e in caduta libera secondo gli ultimi sondaggi.
C’e’ chi, invece, assicura che i toni siano stati molto piu’ soft e concilianti. E qualcuno dice che anche Alfano abbia mostrato scetticismo e dubbio, di fronte alle troppe incognite sulla strada delle primarie, soprattutto in caso di voto anticipato. In ogni caso, alla fine, il presidente e il segretario avrebbero deciso di evitare ulteriori polemiche, optando per una data secca, probabilmente quella del 13 gennaio, la piu’ adatta in caso di accorpamento delle regionali con le politiche. Con una nota diffusa a fine serata, il Pdl annuncia che domani Alfano discutera’ ”della data e dell’organizzazione” in un apposita riunione con i coordinatori regionali e provinciali del partito.
L’appuntamento e’ alle 14, in via dell’Umilta’. E in quell’occasione Alfano spieghera’ le sue ragioni sulla necessita’ di un ‘solo turno’, cosi’ da avere piu’ tempo per concentrarsi sulla campagna elettorale per il 2013. Nelle ultime ore, infatti, spiegano fonti pidielline, avrebbe perso quota l’ipotesi di celebrare le primarie in due tranche, una a dicembre e l’altra a gennaio, perche’ considerate troppo dispersive. Il comunicato ufficiale, raccontano, sarebbe stato scritto a quattro mani, seguendo anche le indicazioni del Cav, a dimostrazione di una scelta condivisa.
Alfano, quindi, dopo un nuovo ‘tira e molla’ l’avrebbe spuntata ancora una volta. Il segretario, raccontano, e’ determinato ad andare avanti per due motivi: innanzitutto, perche’ considera le primarie lo strumento adatto per ridare centralita’ al partito e tentare il rilancio; in secondo luogo, perche’, raccontano, dopo averci messo la faccia non poteva fare marcia indietro proprio adesso, lasciando abbandonato a se stesso il destino del Pdl.
”Per Alfano rinunciare alle primarie significava certificare la morte del Pdl e della sua segreteria”, dice a mezza bocca un autorevole esponente azzurro. Alle prese con questi nodi, l’ex Guardasigilli ha dovuto, dunque, dare forfait al convegno per la presentazione del sito web ‘amici di Marco Biagi’, in programma alle 16 a palazzo Madama, con il leader della Cisl, Raffaele Bonanni e l’ex ministro Maurizio Sacconi. Dopo l’incontro con il Cav, ci sarebbero state altre riunioni e contatti tra le varie anime del partito per concordare una road map comune.
Intanto, sul tavolo c’e’ sempre il nodo dei partecipanti alla sfida: 19 contendenti sono ancora troppi e l’obiettivo del segretario e’ arrivare a 4-5 per dare una maggiore dignita’ alla corsa (allo stato, restano ancora top secret i nomi di 4 candidati che hanno presentato lunedi’ la ‘dichiarazione di disponibilita’). Non si sono sopiti, poi, i malumori degli ex colonnelli di via della Scrofa, Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri per la ‘discesa in campo’ di Giorgia Meloni.
I ‘larussiani’, riferiscono, temono che ”alla fine la candidatura di Giorgia faccio solo il gioco di Berlusconi”, perche’ ”spacca il fronte degli aennini indebolendolo e fa un favore alla nomenklatura azzurra”, che si stringe attorno ad Angelino. Alla fine, nessuno, promettono, fara’ campagna contro l’ex ministro della Gioventu’, ma il rischio che si vada in ordine sparso c’e’ e questo rende tutto piu’ complicato. In ogni caso i fedelissimi di La Russa preferiscono celebrare le primarie e andare alla conta interna, piuttosto che annullare questo appuntamento di confronto democratico.
Se poi tutto dovesse andare male, fanno sapere, c’e’ sempre il ‘piano B’, quello della ‘separazione consensuale’, benedetta dal Cav (raccontano che gia’ sarebbe pronto anche il simbolo, regolarmente registrato: quello presentato dai ‘Circoli del centrodestra nazionale’ a Milano con al centro il ‘cordino’ tricolore). A complicare le cose anche lo ‘strappo’ di alcuni parlamentari, guidati da Isabella Bertolini, che domani ufficializzeranno la loro uscita dal Pdl, dando vita alla componente ‘Italia libera’.
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