Produttività, accordo senza Cgil. Camusso critica: A pagare sono sempre i più deboli
Le Parti sociali (Abi, Ania, Confindustria, Lega Cooperative, Rete imprese Italia, Cisl, Uil, Ugl) hanno firmato l’accordo sulla produttività ad esclusione della Cgil. Il Governo, si legge in una nota arrivata dopo il vertice di Palazzo Chigi con le parti sociali, è convinto che “l’intesa rappresenti un passo importante per il rilancio dell’economia, la tutela dei diritti dei lavoratori e il benessere sociale”.
Il Governo “ritiene che sussistano le condizioni per confermare l’impegno di risorse destinato alla riduzione del cuneo fiscale del salario di produttivita’”. E’ quanto si legge ancora nella nota.
Ci sono le condizioni, prosegue Palazzo Chigi, per “procedere, nell’ambito della legislazione vigente e delle risorse disponibili, alla conseguente implementazione degli atti normativi necessari a definire i criteri di operatività dei meccanismi di defiscalizzazione necessari a sostenere, in una logica di incentivazione della contrattazione di secondo livello, i salari e la produttività”.
Siamo a un incontro conclusivo su un tema cruciale che è quello di rilanciare la produttività e la competitività per le imprese e per il sistema Paese. La nostra speranza che tutte le parti aderiscano a quanto avete elaborato e condiviso. Così il premier Mario Monti, secondo fonti presenti all’incontro, aveva aperto la riunione con sindacati e imprese sulla produttività. Il Premier Monti, ha anche confermato lo stanziamento di 2,1 miliardi di euro, previsto dalla legge di Stabilità.
Si è poi rivolto al leader Cgil Susanna Camusso: “Nella stagione degli anni Novanta l’obiettivo era quello di ridurre l’inflazione, ora il problema è far crescere l’economia attraverso la produttività e con il contributo diretto e decentrato delle parti sociali”. Alla Cgil il premier ha detto anche che il Governo “auspica vivamente che l’intesa sia sottoscritta anche dalla Cgil”. Una firma quella della Cgil che Monti spiega di “desiderare molto” anche se il governo “è molto confortato dalla valutazione che tutte le organizzazioni tranne una, certamente rilevante, importante e di grande tradizione, abbiano manifestato un accordo convinto dopo un lavoro intenso”, spiega ancora. La firma della Cgil avrebbe dunque “un notevole significato non pero’ dal punto di vista operativo dell’accordo “.
Ma Camusso ha ribadito le perplessità del sindacato sul testo dell’accordo: “E’ stata scelta una strada sbagliata per cui il contratto nazionale non tutelerà più il potere d’acquisto dei lavoratori”, avrebbe detto, chiedendo come verrà finanziato il II livello per 16 milioni di lavoratori del settore privato.
“Nell’accordo ci sono cose molto concrete – ha detto il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, secondo quanto si apprende, alle parti sociali -. Ci ritroviamo molto nei principi e negli stimoli dati dagli accordi di II livello”.
“E’ un appuntamento importante – ha detto il leader Cisl, Raffaele Bonanni – perché siamo riusciti a definire quello che serve a ridare slancio ad un’idea in un momento difficile del Paese”. “E’ un accordo che darà forza ai salari” ha concluso Bonanni.
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