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Bilancio Ue, niente di fatto: decisione rinviata al 2013. Monti: Italia mai messa all’angolo

Si è concluso con un nulla di fatto a Bruxelles il vertice straordinario sul bilancio europeo 2014-2020. Fonti diplomatiche ipotizzano che il nuovo summit sul budget, dopo il mancato accordo di oggi, potrebbe tenersi a fine gennaio.
Il premier Mario Monti, nel corso di una conferenza stampa, ha assicurato che gli incontri di ieri e oggi “hanno mostrato un sufficiente grado di convergenza potenziale da lasciar supporre che ci sia la possibilità di un accordo all’inizio del nuovo anno. Dovremo essere in grado – ha spiegato – di colmare le distanze esistenti”.
Monti ha poi voluto mettere in evidenza che “l’atmosfera che ha regnato in Consiglio, nelle riunioni bilaterali e anche oggi è stata migliore che in altre occasioni”. Le riunioni si sono svolte “in clima molto sereno e costruttivo con il desiderio di tutti di arrivare in alcune settimane a un accordo. Ci siamo tutti sforzati di capire le ragioni degli altri, tenendo fermi i punti a cui teniamo”. Sulle risorse da destinare al budget Monti ha sottolineato che “pur essendo contribuenti netti, noi saremmo disponibili a un aumento del bilancio, purché si tratti di cose che si giustifichino”.
Il mancato accordo sul bilancio europeo “non pregiudica nulla” perché si tratta di disposizioni che andranno in vigore dal 2014, ha sottolineato Monti. “Non è la rapidità della decisione ma la qualità” che conta, ha osservato il presidente del Consiglio: “Si tratta di una decisione all’altezza delle sfide che l’Unione deve fronteggiare nei prossimi anni”.
“La proposta del presidente Van Rompuy va nella direzione da noi auspicata”, ha osservato in relazione alla revisione del meccanismo dei rimborsi sulla quale l’Italia ha avanzato una sua proposta.
Monti ha invitato alla prudenza nel valutare il mancato accordo: “Vale il principio che fino al momento in cui non è deciso tutto, non è deciso nulla”. “Parliamo di una bozza presentata dal presidente Van Rompuy - ha continuato – che dal nostro punto di vista, non è così per tutti, è un avanzamento significativo rispetto al documento presentato in precedenza. Ma nulla è acquisito e nulla perduto”.
“Ci sembra un po’ demagogico l’uso che viene fatto della fustigazione del bilancio comunitario” da parti di alcuni Paesi Ue, ha poi aggiunto. Demagogico, ha sottolineato il premier, e “anche incoerente visto che l’Ue viene da noi caricata di nuove competenza e responsabilità, ma poi al momento di decidere i finanziamenti si ha la tendenza a dimenticarsi di questo”.
Nella trattativa sul bilancio dell’Unione “non ci sentiamo minimamente messi in un angolo o trattati con minore dignità di altri Paesi”, ha spiegato Monti. “In termini comparativi a molti altri Paesi diciamo che l’impatto dell’azione italiana nel far evolvere i documenti nella direzione da noi auspicata è stato significativo e positivo”, ha detto il premier aggiungendo: “Le nostre esigenze, richieste, argomentazioni stanno ricevendo grande attenzione”. Monti ha sottolineato: ”Sembra che stiamo per uscire molto, molto più rispettati nelle nostre esigenze”.
Il presidente del Consiglio ha spiegato che “se le cose si chiudessero ad oggi, che non è il caso, il risultato per l’Italia sarebbe considerevolmente migliore” rispetto all’approvazione dell’ultimo budget nel 2005. “La nostra valutazione è che in termini comparativi rispetto a molti altri Paesi l’impatto dell’azione italiana” nel far evolvere la discussione sul bilancio verso posizioni comuni “è stato significativo”.
Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, nella conferenza stampa a conclusione del summit straordinario, ha assicurato: un accordo sul bilancio “è possibile” per l’inizio del prossimo anno. “Continueremo a lavorare e proseguiremo le consultazioni nelle prossime settimane per trovare un consenso”, ha dichiarato.
Riconosciuto che “esistono delle divergenze”, il presidente del Consiglio europeo ha sottolineato che “i colloqui bilaterali di ieri e le discussioni costruttive di oggi mostrano un grado sufficiente di convergenza potenziale per un accordo all’inizio del prossimo anno”.
Il presidente del Consiglio europeo ha spiegato che la sua “sensazione è che nelle prossime settimane possiamo andare avanti, ma le cose devono essere ben preparate, senza improvvisazioni e in concordia, dobbiamo preparare tutto con cura”. Van Rompuy ha sottolineato che, nonostante le divisioni fra i 27 leader che si sono riuniti a Bruxelles, il budget europeo per il periodo 2014-2020 è comunque “molto limitato” se confrontato con il Pil complessivo degli Stati dell’Unione.
Fonti italiane, a margine del vertice, fanno notare: “Meglio il rinvio di una rottura sul bilancio”. E sottolineano come questa fosse “la preferenza in generale della maggior parte dei leader”.
“E’ meno drammatico rinviare l’accordo sul bilancio” all’inizio del prossimo anno, insistono, che “fare a 26″, ovvero senza la Gran Bretagna, che resta la più intransigente sull’ultima proposta di Van Rompuy.
“Andando a 26 – osservano ancora – le conseguenze sarebbero più dannose che un rinvio di poco tempo” per arrivare all’intesa. Secondo fonti diplomatiche, in questa fase l’atteggiamento della Germania è stato un po’ meno duro di quello avuto, oltre che da Londra, anche dall’Aja e da Stoccolma, dimostrandosi “costruttiva e disponibile” rispetto alla bozza presentata la notte scorsa.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato al termine del summit che la Germania “è impegnata per trovare un accordo a 27″ sul bilancio 2014-2020, “ma non c’è bisogno correre verso un accordo in maniera prematura”.
Per il presidente francese Francois Hollande il summit sul bilancio è stato comunque “utile”. “C’è stato un avvicinamento tra i 27″ ed un nuovo summit si terrà “all’inizio del prossimo anno”, ha detto, ricordando i due punti fermi per la Francia, la Pac e la coesione. “La Pac è una grande politica europea per assicurare la competitività e lo sviluppo rurale”, ha ribadito Hollande, riconoscendo poi che sulla coesione “sono stati fatti sforzi ma bisogna precisarli”.
Il premier britannico David Cameron ha spiegato il suo ‘no’ alla bozza sottolineando come la proposta messa sul tavolo da Van Rompuy “non era sufficiente”. “Non saremo duri sul bilancio a casa solo per venire qui e firmare un aumento” delle risorse per l’Europa, ha scandito il premier, che ha accusato Bruxelles di “vivere in un universo parallelo” e ha ribadito di non essere disposto ad accettare “un accordo ad ogni costo”.