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Natale e la crisi: per i regali si spenderà il 9% in meno e Coldiretti avverte: Attenti alla contraffazione

La crisi taglia i budget degli italiani per i regali di Natale del 9% e l’esigenza di risparmiare aumenta il rischio contraffazione per i prodotti più gettonati sotto l’albero, dalla moda ai giocattoli, dalle nuove tecnologie agli alimenti. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla base dell’indagine ‘Xmas Survey 2012′ di Deloitte, in occasione della sesta edizione del premio, organizzato dall’Unione Nazionale Consumatori, ‘Vincenzo Dona, voce dei consumatori’ consegnato al presidente di Coldiretti Sergio Marini.
Per le feste di fine anno le famiglie italiane – sottolinea la Coldiretti – spenderanno per regali in media 263,6 euro (-9% sul 2011). Il 39% della spesa è destinato ai più piccoli tra i quali prevalgono i giocattoli e le nuove tecnologie, mentre tra i più grandi abbigliamento ed accessori la fanno da padroni. Si tratta di oggetti a forte rischio contraffazione che in Italia, secondo il rapporto Mise/Censis, sviluppa un giro d’affari complessivo di 6,9 miliardi, di cui 2,5 miliardi nell’abbigliamento e negli accessori, 1,8 miliardi per i cd e dvd, 1,1 miliardi per l’alimentare, 850 milioni di euro per materiale elettrico ed informatico e 29 milioni per i giocattoli.
Tutti prodotti che finiscono sotto l’albero di Natale degli italiani che nel 52% dei casi si dicono disponibili ad acquistare prodotti contraffatti con una netta preferenza per i capi di abbigliamento e gli accessori taroccati delle grandi firme della moda (29 per cento), secondo un sondaggio on line del sito www.coldiretti.it. Tra gli articoli contraffatti che tentano i cittadini ci sono anche gli oggetti tecnologici (14%) e i ricambi meccanici (6%) mentre c’è diffidenza nei confronti di medicinali e cosmetici (1%), giocattoli (1%) e alimentari (1%).
Nel caso degli alimentari, a differenza degli altri prodotti, più spesso la vendita di prodotti taroccati avviene all’insaputa dell’acquirente: “crimini particolarmente odiosi perché – continua Coldiretti – si fondano sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti”. “Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all’inizio dell’anno approvata all’unanimità dal Parlamento italiano, ma non ancora applicato”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini.