“Non ho udito la domanda. Secondo quali risultati?”. All’inizio glissa ironicamente, ma poi Mario Monti, rispondendo su un suo eventuale bis a Palazzo Chigi, assicura: “Rifletterò su tutte le possibilità, nessuna esclusa, in cui eventualmente io ritenga di poter dare il mio contributo al miglior interesse dell’Italia. Il premier, rispondendo alle domande di Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’, ha poi aggiunto di tenere “in massima considerazione i consigli e le valutazione del Presidente Napolitano, al quale tutti dobbiamo moltissimo, e a cui io devo il grande privilegio di aver potuto servire l’Italia in un periodo particolarmente difficile”. Quello che invece il premier esclude è un governo tecnico. Quando le forze politiche dicono che “un altro governo tecnico” sarebbe una “sconfitta per la politica, hanno perfettamente ragione”, ha detto il Professore che si augura “non debba esserci un altro governo tecnico”. Comunque per quanto riguarda la crisi ”è sempre difficile dirlo, ma credo sì, che il peggio sia passato” anche per le famiglie, ha assicurato il presidente del Consiglio ricordando che, “nel maggio scorso, l’Europa viveva una grandissima incertezza”. Monti ha spiegato che con le misure prese a livello europeo e con il calo dei tassi di interesse, ”lo strangolamento dei singoli paesi si è allentato”. L’Europa ha dato prova di buon funzionamento, quanto ”alla prova di funzionamento dell’Italia, posso avere le mie opinioni, ma non tocca a me valutare”Secondo Monti, inoltre, “è una cosa sbagliata” che il lavoro sia tassato più dei capitali. Ma ritiene anche che la soluzione non possa che essere ‘europea’. ”Può un singolo Paese Ue contrastare questa distorsione?”, si è chiesto, per poi rispondere: “no”.
Secondo il presidente del Consiglio, l’Ue “finora ha dedicato troppo poca attenzione al coordinamento del fisco”, perché “con mercati che si integrano senza coordinamento del fisco i capitali rincorreranno i Paesi dove la fiscalità è minore e il lavoro meno mobile”. Sono problemi, dunque, “non possono essere risolti se non a livello europeo”. Scuola. Gli studenti che hanno manifestato “hanno fatto bene a manifestare il loro dissenso”, i giovani del resto “sono quelli più in credito”, ha detto Monti riferendosi alle manifestazioni sulla scuola. Detto questo, il presidente del Consiglio ha poi commentato: “abbiamo trovato in alcune sfere del personale della scuola grande spirito conservatore, grande indisponibilità a fare due ore in più settimanali che avrebbero permesso di liberare risorse per fare più seriamente politiche didattiche”. ”Non cadiamo -ha aggiunto ancora Monti- nel mito della bontà e della durezza. I corporativismo usano anche i giovani per perpetuarsi e non adeguarsi a un mondo più moderno”. Enti locali. La riforma delle Regioni “la stanno impoverendo e prosciugando, ecco perché io temo: non è tanto importante che ci sia questo o quel presidente del Consiglio, quanto un radicale rinnovamento di chi sta in Parlamento e della cultura e della mentalità del paese”, ha affermato il premier.
Social