Bankitalia lancia l’allarme: 2012 anno nero, reddito delle famiglie in calo
Non si ferma la riduzione del reddito per le famiglie italiane. ”Siamo al quinto anno di riduzione del reddito reale, che dal 2008 al 2011 era gia’ sceso del 5 per cento” e ”quest’anno se ne profila una diminuzione anche piu’ marcata di quella, del 2,5 per cento, avutasi in occasione della recessione del 2009”. E’ questa l’indicazione che giunge dal vice direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, nel suo intervento sul tema ‘Credito alle famiglie e stabilita’ finanziaria’.
”Le famiglie, pertanto, ridimensionano o rinviano l’acquisto di abitazioni e di beni di consumo durevoli; riducono di conseguenza la loro domanda di finanziamenti alle banche”, ha evidenziato Rossi. ”Queste, dal canto loro, subiscono da oltre un anno le ripercussioni della crisi del debito sovrano, che si riflette in una rarefazione della raccolta all’ingrosso di fondi e in un aumento del suo costo. Le banche – ha spiegato Rossi – sono indotte a contenere la dinamica del credito offerto; la valutazione della clientela si fa piu’ selettiva, al fine di ridurre la rischiosita’ dei prestiti”.
Rossi snocciola anche i dati relativi all’indebitamento delle famiglie. Il 3,6 per cento delle famiglie italiane, poco meno di 900 mila nuclei, nel 2010 era gravata da un servizio del debito superiore al 30 per cento del loro reddito.
Il totale dei prestiti alle famiglie italiane ha registrato, nel terzo trimestre dell’anno, una flessione dell’1% rispetto a un anno prima. ”Anche questa volta -spiega Rossi – hanno simultaneamente operato fattori sia di domanda sia di offerta. La severita’ della recessione e le incerte prospettive del mercato immobiliare hanno determinato un crollo repentino della domanda di mutui; anche le richieste di credito al consumo sono diminuite”.
”La selettivita’ degli intermediari finanziari nella concessione dei prestiti, inizialmente molto pronunciata, si e’ poi attenuata nel corso di quest’anno. Da gennaio allo scorso settembre sono stati erogati – riferisce Rossi – mutui immobiliari per poco piu’ di 21 miliardi di euro. Riportando il dato ad anno si ottiene un ammontare di circa 30 miliardi, molto minore di quello registrato nei due anni precedenti, minore anche di quello del 2009, l’altro anno recente di forte recessione, in cui comunque furono erogati mutui per oltre 40 miliardi (al netto di surroghe e sostituzioni, quest’anno praticamente non utilizzate dalle famiglie)”.
”Il fatto – prosegue Rossi – e’ che la caduta del reddito disponibile reale delle famiglie che si sta profilando per l’anno in corso e’ maggiore di quella del 2009; in quell’anno la propensione al risparmio era piu’ alta di oltre 3 punti percentuali; le famiglie, all’atto dell’acquisto di un’abitazione, erano nella condizione di sborsare un anticipo piu’ alto e di contrarre un mutuo con un piu’ basso rapporto loan-to-value (LTV, ammontare del finanziamento in rap-porto al valore dell’immobile). Oggi le banche, con un opportuno atteggia-mento prudenziale, e rispettando i vincoli regolamentari, offrono un rapporto LTV ancora piu’ basso, che scoraggia l’indebitamento delle famiglie. Alla fine di settembre due terzi dei mutui immobiliari in essere presentavano un rapporto LTV compreso fra 50 e 80; la media per i nuovi mutui e’ intorno a 60, piu’ bassa di quasi 10 punti rispetto alla situazione pre-crisi”.
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