Monti avverte: Servizio sanitario a rischio se non si individuano nuovi finanziamenti

“La sostenibilità del nostro Sistema sanitario nazionale, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantita se non si individuano nuove modalità di finanziamento”. Lo dice Mario Monti intervenendo in collegamento a Palermo.
“Andiamo fieri del nostro Servizio sanitario nazionale, il ministro Balduzzi lavora incisivamente per migliorarlo ulteriormente. In futuro la sostenibiltà dei sistemi sanitari potrebbe non essere garantita se non si individuano nei prossimi due anni nuove modalità di finanziamento e di rioganizzazione dei servizi e delle prestazioni” ha ribadito ancora il premier. “La posta in palio è altissima. Anche l’innovazione medico-scientifica deve patecipare attivamente alla sfida”.
Parlando poi di biotecnologie, Monti definisce il progetto Ri.Med – presentato a Palermo – “un esempio concreto e luminoso di questo modo di essere in Italia all’avanguardia e che si sa distinguere nel mondo”.
Non si fanno attendere le repliche. “Le parole del premier Monti sono di fatto una dichiarazione di ‘default’ del sistema sanitario universalistico come quello italiano. E per la prima volta viene esplicitato il problema della sostenibilità del nostro Ssn”. Ad affermarlo all’Adnkronos Salute è il segretario nazionale dell’Anaao Assomed, Costantino Troise. “Quando parla di dover trovare nuove modalità di finanziamento, Monti – avverte Troise – sembra voler aprire al privato, magari con un modello come il ‘Medicare’ americano. Forse è già in campagna elettorale?”.
Per il presidente della commissione Affari sociali della Camera, Giuseppe Palumbo, “in futuro non sarà certo possibile dare tutto a tutti. Anche se mi sembra prematuro parlarne oggi”. Certo, precisa Palumbo, “il presidente del Consiglio ha ragione: con l’andare del tempo, il progressivo invecchiamento della popolazione, l’aumento delle disabilità e dei malati cronici, non sarà più possibile assicurare l’assistenza completa a tutti i cittadini. In Commissione ne stiamo già parlando informalmente e ci stiamo confrontando su come trovare nuove soluzioni: se introdurre, ad esempio, un’assicurazione sanitaria obbligatoria per i più abbienti in modo che si autosostengano o altre forme per integrare l’assistenza pubblica. Mentre chi non se lo può permettere – conclude – deve mantenere l’assistenza sanitaria gratuita”.