Primarie, Renzi attacca: Assurdo doversi giustificare per votare al ballottaggio. Domani il confronto tra i due sfidanti al Tg1
Il giorno dopo il primo turno delle primarie del centrosinistra, con Pier Luigi Bersani avanti di 9 punti su Matteo Renzi, parte la corsa al ballottaggio di domenica prossima. Secondo i dati ufficiali, il segretario del Pd ha ottenuto, con lo scrutinio di 9361 su 9365 seggi, il 44,9% delle preferenze con 1.393.900 voti, mentre il sindaco di Firenze si è fermato al 35,5% con 1.103.790.
Nichi Vendola si è attestato sul 15,6 per cento con 485.158 44.030 voti, seguito da Laura Puppato con il 2,6 e 80.600 voti. Infine, Bruno Tabacci con l’1,4% e 44.030 voti. Il totale dei votanti è stato di 3.107.568 voti.
Archiviato il primo turno, scoppia la polemica sui dati definitivi, arrivati nel pomeriggio, e sulle regole del ballottaggio. In mattinata il comitato di Renzi, in base ai dati acquisiti dai propri rappresentanti di lista, parlava ancora di un distanza tra i due candidati non di 9 ma di 5 punti.
”I dati ci consegnano un distacco con Bersani colmabile”, ha sottolineato Renzi. ”Che siano 5 o 9 i punti di distacco, la partita è aperta”, ha detto ancora. “Chiediamo di mettere online i verbali e non gli aggregati delle segreterie provinciali – ha poi aggiunto – naturalmente lo diciamo senza mettere in dubbio la correttezza di nessuno “.
Riguardo alle regole per il secondo turno, il sindaco di Firenze ha sottolineato: “Spero siano tanti coloro che si registreranno” per andare a votare, “anche se la procedura è tesa a scoraggiare”. Per questo “chiediamo che sia consentita la registrazione on line e fino al giorno stesso del voto”.
A chiarire le regole per il ballottaggio è il presidente dei Garanti Luigi Berlinguer, che spiega: “La causa della mancata registrazione” al primo turno delle primarie “dovrà essere valutata” dagli uffici elettorali provinciali. “Ci sarà un ufficio elettorale in ogni comune capoluogo di provincia perché la grande massa delle registrazione è già avvenuta. L’aspirante elettore andrà lì e il collegio della commissione elettorale si pronuncerà sulla base dell’attendibilità della motivazione”, ha precisato Berlinguer ricordando che le operazioni saranno riaperte i prossimi 29 e 30 novembre.
Per quel che riguarda la richiesta avanzata da Renzi di mettere on line i verbali dei seggi, Berlinguer ha spiegato: “Abbiamo detto che lasciamo la massima pubblicità possibile, ma i verbali arrivano con corposa documentazione cartacea allegata. C’è una quantità di materiale tale che è un problema realizzare un’informatizzazione così completa”.
Sull’esito del ballottaggio, Renzi si è detto fiducioso: “E’ già passata la gioia di ieri sera, ci stiamo mettendo sotto convinti di potercela fare”. ”Può accadere la grande impresa del cambiamento”, ha aggiunto. ”I risultati sono molto positivi, e sono particolarmente contento del clima. Ora bisogna andare a convincere i delusi del centrodestra, che possono essere coinvolti da noi”, ha detto Renzi.
Il ballottaggio sarà “un grande derby tra usato sicuro e innovazione”, ha continuato. “Chi pensa che la classe dirigente di centrosinistra abbia fatto bene, credo faccia molto bene a scegliere Bersani – ha osservato -. Chi ha voglia di cambiare credo possa scegliere noi. Il ballottaggio è un aut aut: chi si accontenta voti Bersani ma chi vuole investire sul cambiamento può votare per noi”.
Vendola si è impegnato a “non farmi vincere: questo non significa che il travaso dei suoi voti vada tutto su Bersani”, ha detto Renzi. Anche perché “l’elettore di Vendola cerca il cambiamento ed è naturale che voglia una profonda rottura nel gruppo dirigente del centrosinistra”.
“Non vogliamo sfasciare il Pd ma far vincere il Pd”, ha poi sottolineato. “L’unico modo è quello di cambiare lo schema di gioco, qualche giocatore deve avere più coraggio nell’affrontare le partite – ha concluso il sindaco di Firenze -. Non stiamo proponendo di cambiare squadra o casacca ma di cambiare giocatori e allenatore”.
Soddisfatto del risultato il segretario Bersani che ha rivendicato la scelta del doppio turno anche se il turno unico l’avrebbe visto trionfatore: ”L’ho voluto io il ballottaggio e se tutto quello che stiamo facendo ci fa crescere in questo modo, raddoppiando l’interesse su di noi, io ne faccio 7 di ballottaggi”.
“Io voglio dare questa cifra, questa indicazione fondamentale – ha sottolineato -: un cambiamento non a chiacchiere. Credo di avere esperienza e anche la determinazione per andare avanti in una strada di cambiamento di cui Paese ha bisogno. Il cambiamento va fatto con coraggio e bisogna saper dove mettere le mani”.
Quanto al risultato personale ha evidenziato “un dato molto forte in tutte le grandi città, nel Sud, e ne sono orgoglioso. Io sono andato a vedere sia le sofferenze di quella grande parte del Paese sia le energie di riscossa. Nell’insieme è un risultato che per me è assai incoraggiante, guardo con fiducia all’appuntamento di domenica”.
Ma dal giorno dopo il ballottaggio, ha assicurato con lo spirito di chi pensa sempre alla ‘ditta’, “saremo in condizione, assieme, di cominciare la strada che ci porta alle elezioni. Che saranno un passaggio storico”.
Per questo, ha evidenziato, “Matteo ha un difettuccio che va corretto: dice ‘noi’ e ‘loro’. Ma c’è solo ‘noi’, siamo tutti noi, siamo questa grandissima squadra. ‘Loro’ è Berlusconi, è la destra. Ora sono un po’ in confusione, ma qualcosa faranno. Non ci mancheranno gli avversari”.
Riguardo all’endorsement di Berlusconi a Renzi e alla convinzione espressa dal Cavaliere di poter battere Bersani qualora decidesse di tornare in campo, il leader Pd ha replicato ironico: ”Se la pensa così, che sia per lui una buona scelta, si presenti pure. Stavolta ce la vediamo. Questa volta non frega più gli italiani”.
Quanto alle alleanze in vista del ballottaggio, Bersani ha sottolineato: “Non stiamo aprendo tavoli o tavolini ma è chiaro, nelle cose che dico, che ci sono evidenti punti di assonanza e convergenza” con Vendola come sulla “centralità del lavoro e la precarietà”.
Il leader di Sel dal canto suo conferma che non sosterrà Renzi e annuncia che se Bersani vuole il suo sostegno dovrà convincere gli elettori che hanno votato per lui. “Dalla mia bocca – ha affermato Vendola – non uscirà il sostegno per Matteo Renzi che ha condotto la sua campagna elettorale in modo brillante ma ha occupato la scena con un equivoco di fondo: che il ricambio delle classi dirigenti, fosse semplicemente un ricambio ai vertici del Pd”.
”Pur descritto come un innovatore non esito a dire che Renzi rappresenta senza dubbio un modello di conservazione. Il mio non appoggio a Matteo Renzi, non comporta automaticamente un sostegno a Bersani”, che, secondo il presidente di Sel, “dovrà convincere gli oltre 480 mila elettori che mi hanno votato ieri”.
Appoggio al segretario Pd arriva intanto del candidato che ha preso meno voti, Bruno Tabacci: “Non è un mistero che con lui abbia maggiori affinità”, ha spiegato.
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