Ilva, continuano le ricerche dell’uomo disperso in mare. Bozza di decreto: L’attività può proseguire
Sono riprese da questa mattina alle cinque da parte dei sommozzatori dei vigili del fuoco di Taranto (ieri erano intervenuti quelli di Bari) le ricerche dell’operaio gruista dello stabilimento siderurgico Ilva del capoluogo jonico disperso da ieri mattina dopo la tromba d’aria che ha colpito l’area della fabbrica.
L’uomo si trovava con quasi certezza nella cabina della gru precipitata in mare nei pressi di uno dei pontili del porto industriale. L’operaio, F.Z., ha 29 anni ed e’ originario di un paese della provincia. Le ricerche ieri sera sono state sospese a causa della scarsa visibilita’. Intanto stamane, anche se la situazione meteorologica si e’ normalizzata, continua ininterrotto il lavoro dei vigili del fuoco chiamati, ad esempio, per alberi pericolanti e verifica di stabilita’ degli edifici.
In base all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), l’Ilva può proseguire la sua attività per altri due anni nello stabilimento di Taranto. E’ quanto prevede la bozza di decreto per l’Ilva, in due articoli, su cui sta lavorando il governo in vista del prossimo Cdm.
Nel primo articolo si stabilisce che ”per 24 mesi, a decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto”, l’Aia, rilasciata in data 26 ottobre 2012 alla societa’ Ilva con decreto del ministro dell’Ambiente, “da considerarsi parte integrante del presente decreto, esplica in ogni caso effetto”. Quindi, come diretta conseguenza, ”nei limiti consentiti dal provvedimento”, a decorrere dall’entrata in vigore del decreto, “e’ in ogni caso autorizzata la prosecuzione dell’attivita’ nello stabilimento della societa’ Ilva di Taranto, per tutta la durata stabilita al periodo precedente (ovvero due anni, ndr) salvo che sia riscontrata l’inosservanza anche ad una sola delle prescrizioni impartite nel provvedimento stesso”.
Nel secondo articolo si prevede che durante i 24 mesi indicati “la responsabilita’ della conduzione degli impianti dello stabilimento Ilva di Taranto resta, anche ai fini dell’osservanza di ogni obbligo, di legge o disposto in via amministrativa, inerente il controllo delle emissioni, imputabile esclusivamente all’impresa titolare dell’autorizzazione all’esercizio degli stessi sotto il controllo dell’autorita’ amministrativa competente”. Ovvero all‘Ilva stessa. Alla scadenza dei due anni, “previa verifica dell’integrale osservanza degli obblighi”, l’Autorita’ amministrativa competente procede “entro 15 giorni alla conferma o alla revoca del provvedimento di autorizzazione integrata ambientale”, con “ogni conseguenza prevista dalla normativa di legge”.
Sulla vicenda Ilva oggi è intervenuto alla Camera il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che ha lanciato l’allarme: chiudere lo stabilimento significa ”fare un grande favore ai concorrenti internazionali” che non applicano gli stessi stringenti standard ambientali. Clini ha affermato che “ci sono molti interessi a che la vicenda dell’Ilva non si risolva. Ci sono interessi politici espliciti di chi nei mesi scorsi anche in campagna elettorale a Taranto ha chiesto ripetutamente la chiusura dell’impianto e ci sono interessi oggettivi, per cui se chiude l’Ilva i concorrenti europei e asiatici fanno festa”.
In particolare, Clini ha indicato l’esempio dei gruppi cinesi, sudamericani ma anche europei. ”A Taranto – puntualizza intervenendo alla Camera – applichiamo limiti ambientali che entreranno in vigore al 2016”.
Anche sul fronte ambientale, sottolinea Clini, con la chiusura dello stabilimento dell’Ilva “le condizioni di Taranto peggiorano”; “l’unica possibilita’ per risanare e’ l’applicazione Aia”. “Il rischio – avverte Clini – è che si verifichi quello che è successo in altri siti abbandonati e non gestiti, con la moltiplicazione di effetti dannosi”.
”L’intervento sull’area a freddo blocca lo stabilimento e la possibilita’ che vengano avviate le iniziative previste per il risanamento dell’area a caldo” aggiunge il ministro. ”Questa situazione ha effetti importanti dal punto di vista ambientale”. Infatti, spiega, ”ritarda tutti interventi gia’ previsti per eliminare ora, a novembre e a dicembre, le sorgenti di rischio piu’ immediate”.
Non solo. Il ministro fa proprio anche l’allarme già lanciato dalla Cancellieri sui rischi per l’ordine pubblico. “Lasciare senza reddito 20mila famiglie vuol dire assumersi responsabilita’ non stimabili sul piano sociale” sottolinea Clini.
Il ministro ricorda inoltre che il piano per l’adeguamento alle prescrizioni Aia “comporta investimenti per circa tre miliardi” e c’e’ stato “l’impegno dell’azienda a investire le risorse necessarie”. In mattinata, il ministro ha escluso ogni ipotesi di commissariamento. “Non c’è bisogno. Quello che vogliamo è l’applicazione piena della legge. Non dobbiamo inventarci cose strane. Il decreto del governo dovrà ribadire i contenuti dell’Aia“.
E’ confermato, inoltre, lo sciopero di otto ore di giovedì di tutto il gruppo Ilva, mentre viene annullata la manifestazione in programma a Roma. A deciderlo le segreterie nazionale di Fiom, Fim e Uilm dopo che, spiegano in una nota unitaria, ”nella mattinata di oggi si è abbattuta sullo Stabilimento di Taranto una grossa tromba d’aria di forte intensità che ha avuto come conseguenza decine di feriti e un disperso, oltre a ingenti danni nello Stabilimento e sul Territorio Tarantino”. Per questa ragione Fim Fiom Uilm decidono per la giornata del 29 novembre di confermare lo sciopero di otto ore di tutto il Gruppo e di annullare la manifestazione prevista a Roma, mantenendo un presidio sotto la Presidenza del Consiglio in concomitanza con l’incontro previsto.
A fronte della grave sciagura che oggi ha colpito gli operai e lo stabilimento Ilva di Taranto, l’Unione Sindacale di Base rinvia a data da destinarsi la manifestazione dei lavoratori Ilva precedentemente indetta per domani a Roma. A comunicarlo è la sigla sindacale in una nota.
L’Usb proclama 48 ore di sciopero per tutti i dipendenti dello stabilimento Ilva di Taranto ”non interessati dal provvedimento aziendale di ‘messa in libertà’ a partire dalle 7 di mercoledì fino alle 7 di venerdì”. Ad annunciarlo è la stessa Usb Lavoro Privato Puglia in un comunicato. Lo sciopero, si legge nella nota, ”è indetto contro l’Ilva, che non sta rispettando le decisioni della magistratura e non intende finanziare il risanamento della fabbrica e del territorio”.
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