Slot machine legali in casa, da lunedì basteranno codice fiscale e carta di credito. Un giro d’affari in crescita del 52% ogni anno
Le slot machine entrano nelle case degli italiani. Da lunedì, secondo quanto sottolinea il ‘Corriere della Sera’, più di mille nuovi giochi di modello slot saranno legalmente online. ”Basta introdurre codice fiscale e numero di carta di credito, quindi giocare sul computer dal sofà in soggiorno”, si legge sul quotidiano.
”Secondo i Monopoli dello Stato – viene rilevato – non è che l’applicazione di una legge di due anni fa”. Secondo i dati, ”nelle scommesse legali gli italiani hanno speso 15,4 miliardi di euro nel 2003 e 79,8 miliardi nel 2011. E’ un incremento del 52% all’anno, per un fatturato che vale il 5% del Pil e mette il settore fra le prime industrie del Paese. In base ai dati dei Monopoli, in Italia la spesa media in scommesse per abitante maggiorenne è stata di 1.586 euro nel 2011: il 13,5% del reddito”.
Quanto alle ”concessioni agli impresari del gioco d’azzardo fruttano circa 8 miliardi all’anno all’Erario, a cui si aggiungono le tasse sulle vincite – spiega il Corsera – in totale, si tratta di entrate che riducono il deficit di quasi l’1% del Pil ogni anno. Il problema è che nel 2012, per la prima volta, la crescita delle scommesse sta frenando: saliranno al più del 2% mentre le entrate erariali sono per la prima volta in calo di 500 milioni”.
Secondo il senatore Raffaele Lauro (Pdl), membro della commissione finanze, “non trova più limiti la scandalosa offerta di gioco d’azzardo del Governo Monti, diventata frenetica e del tutto incurante della devastazione sociale in atto”. Le mille nuove slot online da lunedì saranno ”la definitiva rovina delle famiglie italiane, per tentare di tamponare la caduta verticale delle entrate da gioco”.
”La flessione nel bilancio di previsione 2013 per le entrate da gioco delle lotterie e altri giochi – sottolinea Lauro – è prevista da 3.277 milioni di euro delle previsioni assestate 2012 a 938 milioni di euro. Bisogna fermare questo scempio. Non hanno niente da dire – conclude – i ministri Balduzzi e Riccardi?”.
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