Berlusconi si candida. Alfano al Colle. Napolitano: Non mandiamo a picco tutto

Berlusconi si candida. Alfano al Colle. Napolitano: Non mandiamo a picco tutto

Aria di crisi per il governo con il Pdl che a distanza di poche ore si astiene su due voti di fiducia, prima al Senato, poi alla Camera. La decisione del centrodestra segue le parole del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che aveva bocciato un ritorno di Berlusconi in campo definendolo “non un bene per l’Italia”.
Il primo strappo avviene a Palazzo Madama sul dl Sviluppo. È il capogruppo Maurizio Gasparri a segnare il “passaggio del nostro gruppo a una posizione di astensione nei confronti del governo” disertando il voto “pur consentendo il mantenimento del numero legale”. Il dl passa lo stesso ma con soli 127 sì (su una maggioranza di 84), 17 no e 23 astenuti per la scelta di non votare della maggior parte dei senatori Pdl.
Quindi tocca alla Camera con l’annuncio del capogruppo Fabrizio Cicchitto di un bis sul dl Enti locali: “Abbiamo deciso di astenerci sul voto di fiducia richiesto dal governo per marcare la nostra posizione fortemente critica sulla sua politica economica”.
Il governo incassa la fiducia con 281 voti favorevoli, 77 contrari e 180 astenuti. L’esecutivo, quindi, è sotto la maggioranza di 316 anche alla Camera.
Il Pd insorge accusando il centrodestra di comportamento irresponsabile. “Non abbiamo nessuna paura del voto – avverte Bersani – ma davanti al mondo non possiamo dare l’idea di un Paese che non ha solidità”. Comunque, dice il candidato premier del centrosinistra, “se la posizione del Pdl” che si è esplicitata questa mattina al Senato ”verrà confermata, il presidente Napolitano troverà modi e forme per chiudere questa vicenda nel modo più ordinato possibile”.
E poco dopo Napolitano interviene richiamando tutti a “cooperare responsabilmente a una ordinata, non precipitosa e convulsa conclusione della legislatura e dell’esperienza di governo avviata nel novembre 2011″. Per il capo dello Stato la tenuta istituzionale del Paese “è fuori questione”.
“Sappiamo – ricorda il capo dello Stato – che la imminente conclusione della legislatura, e quindi l’avvicinarsi delle elezioni per il Parlamento, stanno suscitando crescenti tensioni tra le forze politiche, da oltre un anno impegnatesi nel sostenere un governo cui non partecipassero esponenti dei partiti. Ci sono tensioni politiche pre-elettorali che anche fuori d’Italia possono essere comprese senza suscitare allarmi sulla tenuta istituzionale del nostro Paese”. “Questa tenuta – sottolinea Napolitano – è fuori questione, ho il dovere di riaffermarlo pubblicamente e mi sento in grado di farlo”.
Lo scontro più duro si consuma durante le dichiarazioni di voto a Montecitorio con il capogruppo Pd Franceschini che va all’attacco accusando il Pdl di scaricare “i problemi interni sugli italiani”. “Stiamo dando al mondo un pericolosissimo segnale di instabilità e incertezza. Basta vedere l’andamento dello spread”. “Nella storia del Parlamento – sottolinea l’ex leader Pd – un grande partito toglie la fiducia al governo senza spiegare il perché. Evidentemente è arrivato un ordine nella notte. Non posso credere che siano state le parole di Passera. E’ un pretesto. E non voglio credere che la ragione sia bloccare il decreto del governo sull’incandidabilità (approvato nel frattempo dal governo, ndr) e non voglio neanche credere che questo passo verso la crisi sia per tenersi la comodità della nomina nelle liste bloccate del Porcellum”.
Un appello ai deputati Pdl arriva invece dal leader Udc Casini. “Spero – dice – in un sussulto di dignità”. A confermare la fiducia c’è anche l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, insieme ad Alfredo Mantovano, Gennaro Malgieri, Giuliano Cazzola e Carla Castellani.
“Come un anno fa ritengo che gli ideali del popolarismo europeo ci impongano di sostenere il governo Monti – le parole di Frattini – Non mi sento oggi di cambiare idea. Non mi sento di seguire l’indicazione del gruppo. La mia visione europea ed europeista, mi impedisce di alimentare una fase di instabilità e di rischio per il nostro Paese”.
Il presidente del Consiglio, intanto, ”non ha in programma nessun passo e, come credo di avere detto più di una volta, attendo di conoscere le valutazioni del Capo dello Stato”. Le sue valutazioni, rimarca Monti, ”hanno grande peso nella formazione di un orientamento del presidente del Consiglio e possono avere addirittura un peso decisivo a seconda di quali sono. Non mi sembra utile anticipare da parte mia singole riflessioni individuali, non sono in grado di dare precisi indirizzi quantitativi alla massima carica dello Stato che segue questi temi con grande e solerte partecipazione, intanto facciamo il nostro normale lavoro, che non ci manca”.
E a chi gli chiede se le parole del collega di governo di questa mattina sulla decisione di Silvio Berlusconi di ricandidarsi a premier, siano state oggetto di confronto Monti risponde che può capitare di esprimere dichiarazioni “più felici o meno felici”, in ogni caso “bisogna sempre considerare il contesto” e comunque quelle rilasciate oggi dal ministro per lo Sviluppo Corrado Passera non sono “suscettibili di critiche”.
Oggi alle 10.30 informeremo, per correttezza istituzionale, il presidente della Repubblica dei nostri intendimenti”. Lo ha annunciato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, parlando con i cronisti nella sala stampa di Montecitorio, al termine di una giornata convulsa in cui il Pdl si è riunito in un vertice a Palazzo Grazioli ed ha espresso il suo ”disagio” in Parlamento attraverso l’astensione alla fiducia su due diversi provvedimenti. La delegazione che salirà al Colle sarà composta dallo stesso Alfano e dai capigruppo Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri.
Ci sarà una fine anticipata della legislatura? ”Su questo decideremo nei prossimi giorni” spiega il segretario, sottolineando ”la grave preoccupazione per la situazione economica del Paese. Questo governo era nato tredici mesi fa per un gesto di responsabilità dell’esecutivo. Dopo tredici mesi le cose vanno peggio e quindi abbiamo preso la decisione di assumere un bilancio definitivo di questa esperienza”.
”Non abbiamo fatto precipitare i fatti – puntualizza poi – se lo avessimo voluto avremmo dato oggi la sfiducia al governo. Invece abbiamo fatto una scelta di responsabilità dando un segnale chiaro al governo”. Alfano assicura che il Pdl voterà la legge di stabilità: ”Noi abbiamo sempre detto che non vogliamo far precipitare il Paese in un esercizio provvisorio”. Quindi ”la legge di stabilità non è a repentaglio”.
Quanto al Cavaliere, ”anche oggi Berlusconi mi ha espresso la volontà di tornare in campo da protagonista. E’ lui il detentore del titolo”. E spiega che con il suo ritorno in campo le primarie non si faranno più: ”Erano per la successione, ma essendoci lui in campo non ha senso farle”.
Un ritorno bocciato dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera che questa mattina intervenendo ad Agorà, su RaiTre, aveva dichiarato: ”Tutto ciò che può solo fare immaginare al resto del mondo, ai nostri partner, che si torna indietro, non è un bene per l’Italia”.
Le parole di Passera hanno scatenato la reazione del Pdl con una serie di esponenti che, in un fuoco di fila, hanno chiesto le dimissioni del ministro dello Sviluppo.
La mossa di Berlusconi, però, ha portato scompiglio anche nel Pdl. Al punto che questa mattina Guido Crosetto ha lasciato lo studio di ‘Omnibus’ su La7, spiegando di non poter parlare a nome del Pdl e di non voler parlare in tv della propria posizione prima di un confronto con altri colleghi.
Intanto in un tweet è arrivato l’incitamento da parte del segretario federale della Lega Nord, Roberto Maroni. “Forza Cav, forza Alfano, fuori gli attributi! A casa Monti, ridiamo la parola alla democrazia e al Popolo sovrano” ha scritto Maroni. Durissimo Umberto Bossi: ”Monti si deve dimettere. E’ ora. Deve sparire dalla faccia della terra”.