Riordino province, a rischio il decreto: il Pdl pone vincolo costituzionale. Patroni Griffi: Decida il Senato
Il Pdl contro il decreto legge di riordino delle Province. Il partito di Silvio Berlusconi prospetta l’ipotesi di porre una questione di costituzionalità in aula al Senato, mercoledì prossimo, che, di fatto, impedirebbe di approvare il testo. Dopo le dichiarazioni di alcuni esponenti pidiellini sull’eventuale mossa, interviene il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi: “Il Senato deve decidere se avere un Paese più moderno, capace di riformarsi e in grado di dare migliori servizi ai cittadini o stare dietro a tutte le istanze localistiche che vogliono mantenere piccoli o grandi privilegi e comunque lo status quo”.
“E’ legittimo ovviamente non convertire il decreto se non si vogliono ridurre le province, in primo luogo, ma è giusto sapere che, in questo caso, non si saprà chi esercita servizi fondamentali per i cittadini e, in secondo luogo, qualcuno dovrà pur spiegare perché, essendo paladino dell’abolizione totale delle province e non avendolo fatto in quattro anni di legislatura, si è ora contrari a dimezzarle”, aggiunge il ministro.
Il capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, prima aveva spiegato che questa pregiudiziale “era già stata annunciata. Poi l’avevamo accantonata, in attesa dell’esito del dibattito in commissione. Gli emendamenti si vedranno lunedì o martedì e poi si valuterà”.
Il presidente dei senatori del Pdl ha specificato che la “questione è slegata dall’attualità politica”. In caso, infatti, venisse posta la pregiudiziale di costituzionalità in aula e approvata, il provvedimento andrebbe riscritto eliminandolo, di fatto, dal calendario vista la possibile fine anticipata della legislatura. “Avevamo già annunciato questa pregiudiziale – ha ribadito -. Non c’entra nulla la situazione attuale. Stiamo parlando di un provvedimento abbastanza controverso in cui non mancano squilibri tra i territori”.
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