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Lombardia, scandalo rimborsi: indagati 40 consiglieri tra cui la Minetti e Bossi jr. Anche sigarette e cioccolatini a spese della Regione

Lombardia, scandalo rimborsi: indagati 40 consiglieri tra cui la Minetti e Bossi jr. Anche sigarette e cioccolatini a spese della Regione

Da cappuccino e brioche alle pizze d’asporto, da cocktail offerti agli amici a spese per macellerie e agriturismi, senza dimenticare i ristoranti alla moda. E’ lungo l’elenco delle spese contestate dalla procura di Milano a circa 40 consiglieri della Regione Lombardia nell’inchiesta in cui viene ipotizzato il reato di peculato. Gli inquirenti avrebbero infatti accertato un utilizzo illecito dei rimborsi regionali da parte dei gruppi consiliari.

Tra gli indagati ci sarebbero, tra gli altri, il presidente del consiglio regionale lombardo Fabrizio Cecchetti, Paolo Valentini e Stefano Galli, capigruppo in Regione Lombardia del Pdl e della Lega Nord, l’ex consigliere Renzo Bossi e Nicole Minetti. Al momento sono 22 le persone a cui è stato notificato dagli inquirenti l’invito a comparire, si tratta di 11 esponenti della Lega e altrettanti del Pdl. La cifra contestata ai 22 consiglieri lombardi è di circa 2 milioni di euro. In particolare, da quanto emerge, Minetti avrebbe comprato con soldi pubblici destinati all’attività politica, il libro ‘Mignottocrazia’, oltre ad aver pagato 400 euro per una cena da Giannino o 750 euro per comprare un iPad. Non solo: uno scontrino è relativo a consumazioni per 832 euro al Principe di Savoia, mentre sono decine le ricevute per altre cene e taxi. Tra gli scontrini contestati anche una crema per il viso pagata 27 euro e un Iphone 5 di 899 euro. Complessivamente è dioltre 27 mila euro la cifra contestata alla consigliera lombarda. Minetti verrà interrogata mercoledì prossimo, 19 dicembre. Le spese di Renzo Bossi riguardano invece numerosi acquisti di videogiochi, sigarette e bibite, in particolare ‘Red Bull’.

Tra gli indagati, da quanto emerge, c’è anche un consigliere che avrebbe comprato coi rimborsi regionali il pane, mentre l’esponente leghista Cesare Bossetti avrebbe speso, nel 2011, quasi 15 mila euro per comprare dolci in pasticceria e fare colazione con brioche e caffè. Al consigliere del Pdl Angelo Giammario, invece, viene contestato di aver usato per fini personali oltre 27.000 euro di soldi pubblici, in particolare per noleggiare auto e taxi. Nella lista contestata al consigliere lombardo della Lega Nord, Pierluigi Toscani, ci sono lecca-lecca, ma anche due gratta e vinci comprati all’Autogrill spendendo 14,75 euro, gelati per 90 euro, merendine per una cifra pari a 63 euro e cartucce da caccia per 752 euro. Nei resoconti ora nelle mani della Procura, dopo l’acquisizione da parte degli uomini della Guardia di Finanza, figurano anche spese per sigarette e cioccolatini, un ovetto Kinder sorpresa, carne acquistata in macelleria, giocattoli tra cui un Pinocchio, una clessidra e aerei di carta. O ancora i fuochi d’artificio cinesi acquistati dal leghista Alessandro Marelli. Cene in pizzerie napoletane o ristoranti alla moda, scontrini delle migliori pasticcerie. Ci sono 127 euro spesi per una cena a base di ostriche. Spese saldate con i soldi del partito, anche se ‘estranee’ rispetto all’attività di partito.

A dare il via alla nuova inchiesta giudiziaria le verifiche sul leghista Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale e sull’ex assessore del Pdl, Franco Nicoli Cristiani. Oggi le Fiamme Gialle sono tornate in Regione per acquisire i rendiconti dei gruppi di minoranza. “Abbiamo ricevuto questa mattina – spiegano Luca Gaffuri, Stefano Zamponi e Chiara Cremonesi, capigruppo rispettivamente di Pd, Idv e Sel in Regione Lombardia – la richiesta di mettere a disposizione per la consultazione la documentazione relativa alle spese sostenute dai nostri gruppi politici in Regione dal 2008 ad oggi per rappresentanza, comunicazione, consulenze e collaborazioni”. Pd, Idv e Sel auspicano che ”la magistratura di Milano faccia rapidamente chiarezza. Siamo sereni”. Il governatore Roberto Formigoni ha commentato: ”Le regole che vigono in Lombardia sono completamente diverse da quelle che vigono in altre regioni. Sono assolutamente molto serie e non è possibile scappare”. ”Questo caso – ha aggiunto – è diverso dal caso Lazio. I gruppi si sono comportati tutti nella stessa maniera”.