Monti alla Fiat e gli operai lo applaudono. L’ad Sergio Marchionne: Gli siamo riconoscenti
Il presidente del Consiglio Mario Monti è arrivato nello stabilimento Fiat di Melfi accolto dai vertici del Lingotto, il presidente John Elkann e l’ad Sergio Marchionne, e da un applauso dei dipendenti. Marchionne ed Elkann annunciano gli investimenti per lo stabilimento lucano in cui verranno prodotti due mini Suv, uno a marchio Fiat 500 e uno a marchio Jeep. E’ la prima volta che il brand Usa viene prodotto in uno stabilimento italiano e lo stabilimento di Melfi sarà l’unico in assoluto del gruppo Fiat-Chrysler a realizzare una Jeep del segmento B. Ai giornalisti che avvicinavano Marchionne, all’arrivo del presidente del Consiglio, l’ad ha detto: “E’ una giornata importante, molto importante”.Il governo, “in 12 mesi ha fatto cose ammirevoli” ha affermato Marchionne che si è detto “riconoscente” nei confronti del premier, aggiungendo che la sua agenda ha dimostrato “coraggio e lungimiranza” ”Monti ha ricollegato l’Italia con il mondo, garantendo credibilità e stabilità. Ora che si appresta a chiudere il suo mandato auspichiamo che la ritrovata credibilità non venga meno” ha sottolineato dal canto suo il presidente di Fiat, John Elkann. ”Oggi c’è una svolta epocale” ha detto Elkann, parlando nello stabilimento di Melfi. “Verranno prodotti qui due nuovi modelli che saranno la base per la strategia per i prossimi anni”, ha spiegato, aggiungendo: “Qualcuno ha detto che l’alleanza con Chrysler ha tolto qualcosa all’Italia, oggi è la dimostrazione del contrario”.
Per Monti l’investimento a Melfi deve essere “il primo passo verso il ‘punto e a capo’”. Quello che è accaduto a qui, ha rimarcato il professore, “è emblematico della svolta possibile in Italia, questo è il percorso che immagino e vorrei per il nostro Paese”. Davanti allo stabilimento un presidio della Fiom in polemica con l’azienda. E’ arrivato anche il segretario Maurizio Landini. Sono presenti le delegazioni Fiom degli stabilimenti del Sud Italia ed i lavoratori delle ditte dell’indotto di Melfi. ”Noi non partecipiamo all’incontro per la presentazione del piano industriale – ha detto all’Adnkronos il segretario lucano Emanuele De Nicola – Né siamo stati invitati né ci teniamo ad esserci, con l’azienda ci sono questioni ancora sospese come i tre lavoratori di Melfi non ancora reintegrati e come il mancato riconoscimento delle relazioni alla Fiom”. In corso un volantinaggio con dieci domande rivolte a Marchionne ed Elkann sugli scenari produttivi di Melfi e di Fabbrica Italia. ”Attendiamo delle risposte – ha aggiunto De Nicola -. Una domanda in particolare è dove si produrrà il nuovo modello di massa dopo la Punto. Ci va bene che a Melfi verranno prodotti i due suv Jeep e Fiat ma vogliamo sapere se riusciranno a saturare gli impianti produttivi poiché non sono modelli di massa come la Punto ma di alta gamma. Chiediamo perché non sono stati effettuati ancora i reintegri dei tre operai come deciso dalla Corte d’Appello. Chiediamo perché non viene ripristinata la democrazia in fabbrica”.
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