Processo Unipol, chiesto un anno per Berlusconi. Ghedini accusa: Il pm vuole incidere così sul voto
Il pm di Milano Maurizio Romanelli ha chiesto la condanna a un anno per Silvio Berlusconi imputato, con il fratello Paolo, per il passaggio di mano dell’intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte all’epoca della mancata scalata di Unipol alla Bnl. L’ex premier è accusato di rivelazione del segreto d’ufficio.
Berlusconi è ‘colpevole’, come il fratello, di “non aver mai denunciato” i tentativi di ricatto “a fronte di un lunghissimo periodo” sostiene il pm che ha chiesto la condanna per il Cavaliere e anche quella a 3 anni e 3 mesi per il fratello. Paolo Berlusconi è accusato di rivelazione del segreto d’ufficio e ricettazione. Il pm ha chiesto invece l’assoluzione per il reato di millantato credito.
Nella sua requisitoria il pm ricostruisce i tentativi di ricatto messi in atto da Fabrizio Favata, iniziati nel 2007, e la scelta di Paolo Berlusconi di “prendere tempo, mandarlo da Ghedini, andare avanti così per quasi tre anni. Non si può dire non lo denunciamo ‘perché è un poveraccio’, si denuncia. Ci si affida alla giustizia”, aggiunge Romanelli.
“Quella sera ad Arcore è stato sentito (il nastro, ndr), per questo il processo era utile. Paolo e Silvio dicono di no, ma io credo che sia provato”. E’ uno dei passaggi della requisitoria del pm Romanelli.
Nell’incontro ad Arcore tra Silvio Berlusconi, il fratello Paolo, Fabrizio Favata e Roberto Raffaelli, l’allora premier, secondo la ricostruzione dell’accusa, è consapevole di quanto sta per accadere. E’ un incontro “organizzato” per la sera della vigilia di Natale del 2005 in cui Silvio Berlusconi “sa chi riceve, perché e che cosa succede in quell’incontro”.
Se, come sostengono i testimoni, il nastro non fu ascoltato perché il premier si era addormentato o perché il computer di Raffaelli aveva un problema “perché – si chiede il pm – nelle intercettazioni nessuno commenta l’addormentamento di Berlusconi o l”incartamento’ del pc? Se non c’è è perché non è successo”.
Ad Arcore “quello che doveva succedere è successo. La rivelazione del 24 dicembre è concordata tra tutti, compreso Silvio Berlusconi. E’ decisa insieme” e la pubblicazione in prima pagine su ‘Il Giornale’ (pubblicazione che avvenne il 31 dicembre, ndr) “è determinata dall’incontro della vigilia di Natale”.
Secondo l’accusa l’incontro per far ascoltare il nastro a Silvio Berlusconi è “diretta, orchestrata” da Paolo Berlusconi: “La regia è la sua”, perché è lui “che fissa l’appuntamento e va li per fargli ascoltare la registrazione”. Quello che si prospetta, secondo il pm Romanelli, “è una violazione progressiva” che mette a punto “Paolo Berlusconi insieme agli altri” e la cui prospettiva “è arrivare al presidente, aiutare il presidente del Consiglio per essere aiutati a loro volta. La prospettiva è favorire Silvio Berlusconi nella prospettiva dell’investimento in Romania con un ritorno per tutti, perché tutti sono d’accordo”.
Immediata la replica del legale dell’ex premier, Niccolo Ghedini, secondo cui la richiesta di condanna è assurda e destinata a ”incidere pesantemente sul risultato elettorale”. La Procura di Milano nel processo dove si controverte sulla pubblicazione della telefonata Consorte-Fassino, ”ha improvvisamente mutato opinione e in piena campagna elettorale, dopo aver chiesto l’archiviazione per il presidente Berlusconi, ne ha chiesto la condanna”.
Richiesta ”ancora più incredibile ove si pensi che colui che aveva la disponibilità della conversazione ha ribadito che il presidente Berlusconi non l’ha neppure ascoltata, così come tutti hanno confermato la sua totale estraneità alla pubblicazione. Fra l’altro è a dir poco assurdo che si chieda una condanna” per il Cavaliere ”quando sono anni che vengono pubblicate sue intercettazioni e verbali di interrogatori, coperti dal segreto di indagine, nel più totale disinteresse della magistratura”, rimarca Ghedini.
”Tutti questi accadimenti sembrano davvero al di fuori dall’ordinario e sono comunque destinati ad incidere pesantemente sul risultato elettorale. La prosecuzione dei processi, che non potrà che spettacolarizzare le tesi accusatorie, sembra preludere a decisioni di condanna che, di fronte a giudici super partes, sarebbero giuridicamente impossibili. Gli organi preposti dovrebbero urgentemente intervenire per riportare a normalità una situazione davvero eccezionale che – conclude il deputato del Pdl – anche a Milano, il che è tutto dire, è senza precedenti”.
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