Pavia, si infittisce il giallo sulle ossa ritrovate: i resti apparterrebbero ad una donna adulta
Le ossa umane rinvenute alla vigilia di Natale da un cacciatore sulle rive del Po a Spessa Po, nel Pavese, sono i resti di una donna adulta di bassa statura, e non di un’adolescente come inizialmente ipotizzato.
E’ quanto ha accertato l’autopsia effettuata oggi pomeriggio nell’Istituto di Medicina Legale di Pavia. Nel dettaglio, l’esame medico-legale ha confermato che si tratta di un corpo di sesso femminile: lo scheletro, privo del braccio e della gamba destri e della mandibola, misura un’altezza di 1,30-1,40 metri.
L’età apparente è stimabile tra i 35 e i 50 anni, grazie all’esame radiografico della struttura ossea. La bassa statura aveva inizialmente portato ad ipotizzare che si trattasse dei resti di un’adolescente. Lo scheletro, inoltre, non riporta evidenti segni di violenza e/o tracce di lesioni pregresse. Al momento gli unici elementi ulteriori sono un reggiseno e una magliettina intima, ridotta a brandelli. Sul caso indagano i carabinieri del comando di Stradella e della stazione di Corteolona, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Pavia.
Lo scheletro era stato rinvenuto il 24 dicembre da un cacciatore di Spessa Po, Enrico Lanzi di 59 anni, richiamato dal suo cane che aveva trovato le ossa ad alcune centinaia di metri dal ponte che attraversa il fiume.
Il decesso dovrebbe risalire a non meno di sei mesi fa. Difficile per gli investigatori capire se i resti siano di una donna del posto o se siano stati portati lì dalla corrente del fiume o addirittura dal Ticino che confluisce nel grande fiume poco distante.
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