Cori razzisti contro Boateng, rabbia del giocatore e il Milan abbandona l’amichevole contro il Pro Patria
Un calcio contro il razzismo. E’ questo il senso che si potrebbe dare al gesto di rabbia che ha avuto Boateng. Durante l’amichevole Pro Patria-Milan, definitivamente interrotta a causa del ritiro dal campo dei rossoneri, una minoranza di tifosi della Pro Patria ha infatti rivolto ai giocatori di colore del Milan insulti razzisti. La squadra di Allegri, per dare un segnale forte, ha così deciso di non tornare sul terreno di gioco.
Sul proprio sito internet, il Milan scrive: ”I ‘buu’ razzisti piccoli piccoli di oggi non potevano rimanere impuniti. A condannarli la vergogna che si deve saper provare quando, a causa di pochi, si sottrae a molti un sereno pomeriggio di sport”.
“E’ vergognoso che accadano ancora certe cose” ha commentato in un tweet proprio Boateng che, al 26′ del primo tempo, si è tolto la maglia lasciando il campo dopo i cori razzisti indirizzati a lui e ad altri suoi compagni.
“Non si può tollerare un situazione di questo tipo, era solo una partita amichevole”, ha detto il capitano del Milan Massimo Ambrosini . “Continuare con un clima del genere era impossibile – ha precisato – serviva un segnale”. Il capitano rossonero ha però poi assicurato che il Milan tornerà a giocare a Busto Arsizio per rispetto di quei tifosi presenti in tribuna che con i cori razzisti non hanno nulla a che vedere.
L’allenatore Massimiliano Allegri ha spiegato: “Siamo dispiaciuti e amareggiati per quello che è successo, però credo che il Milan abbia fatto la scelta giusta a non rientrare più in campo per rispetto verso tutti i giocatori e tutti quelli di colore diverso che ci sono nel mondo del calcio e in generale”.
“Bisogna smetterla con questi gesti incivili, credo che l’Italia debba migliorarsi sotto questo punto di vista e debba diventare un Paese più civile, più educato e un pochino più intelligente”, ha sottolineato Allegri. E ha continuato: “Ci dispiace per i giocatori della Pro Patria e la società stessa per quanto successo ma non potevamo prendere una decisione diversa, anche per dare un segnale che spero abbia un seguito se dovesse succedere anche durante i campionati, dalle serie minori fino alla serie A. Speriamo che questi eventi incivili non succedano più”.
Per il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete “qualsiasi sanzione e qualsiasi provvedimento non potranno cancellare lo sdegno per un episodio inqualificabile e intollerabile del quale, peraltro, la Federazione ha già investito la Procura federale per accertare le responsabilità e collaborare con le Forze dell’Ordine al fine di individuare e punire i comportamenti razzisti di sedicenti tifosi che hanno rovinato a Busto Arsizio una partita amichevole che voleva essere una festa del calcio onorata da una delle società più prestigiose al mondo”.
“Insieme alla piena solidarietà per i calciatori vittime dei cori razzisti e per il Milan – ha proseguito Abete – che si è rifiutato di portare a termine la partita, decisione condivisa sia dall’arbitro – che aveva già sospeso due volte il gioco – sia dai responsabili dell’Ordine pubblico, bisogna reagire con forza e senza omertà per isolare alcuni delinquenti che hanno trasformato una gara amichevole in un’indegna gazzarra che offende tutto il calcio italiano. La vicenda di oggi conferma ancora una volta la necessità di non abbassare la guardia”.
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