Bersani contro Monti: Vedremo se ha messo la polvere sotto il tappeto. Via l’Imu per chi paga fino a 500 euro
Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani punta il dito contro un certo trionfalismo espresso dal premier uscente Mario Monti in vista delle elezioni. “Nel 2013 dovremo valutare se l’obiettivo di pareggio di bilancio sia stato raggiunto o meno. Vedremo quanta polvere e’ stata messa sotto al tappeto, bisognera’ fare il punto della situazione. Siamo usciti dal baratro, ma non abbiamo risolto tutto. Il 2013 sara’ un anno ancora difficile” sottolinea Bersani.
Il segretario è favorevole a eliminare l’Imu “per quelli che stanno pagando adesso fino a 400-500 euro”.
Questa la proposta presentata dal leader del Partito Democratico, ospite alla trasmissione ‘Porta a Porta’, che aggiunge: “Occorre allentare la morsa delle politiche di austerità dal lato degli investimenti che diano lavoro. Ma non si dica che i progressisti vogliono venire in meno agli impegni, non è questo. Confermerò tutti gli impegni presi con l’Europa”.
Sul fronte del mondo del lavoro, “mi spiace che Berlusconi non abbia notato che una delle nostre battaglie in Parlamento è stata quella perché il lavoro precario costi un po’ di più”.
E ancora: ”Se si sta intendendo che bisogna creare un sistema di convenienze per le aziende ad assumere a tempo indeterminato, si può ragionare. Importante è che non incoraggiamo un precarieto ulteriore” ha aggiunto Bersani a proposito della proposta annunciata da Silvio Berlusconi su tasse zero per le aziende che assumono a tempo indeterminato.
Sul fisco ”il nostro progetto è una semplificazione delle aliquote, un abbassamento dell’aliquota più bassa e una relativa correzione di quella più alta senza pensare alla Francia” dice Bersani.
“Possono esserci degli elementi di riequilibrio, che vengano compensati facendo pagare una certa solidarietà, ma per me il punto è come fare emergere le ricchezze. Credo che ci sia la possibilità se solo decidiamo di farlo. Certo – osserva – questo espone un governo a dei contraccolpi”. Quanto al “redditometro, non lo vedo francamente risolutivo”.
Poi, a proposito della ‘salita’ in politica di Mario Monti: ”Io cerco di ragionare per l’Italia, siamo tutti transeunti, nessuno di noi è Mandrake. Non mi è sembrata un’operazione felice, pensavo che la figura di Monti potesse essere più utile al Paese se avesse avuto un ruolo di terzietà”.
E sempre al premier, secondo cui un ‘certo sindacalismo fa danni’, dice: “Mi sembra un po’ un giudizio dall’alto. Quando sento questa idea che il sindacato sia un intralcio, a me non risulta”. Bersani ricorda poi la sua esperienza da ministro e il metodo adottato: “Io non lo chiamo neanche concertazione, ma dialogo. E’ il modo per commettere meno errori”.
“Qualunque sarà il risultato al Senato, il presidente del Consiglio deve essere chi ha preso più voti” dice Bersani rispondendo a chi gli chiede cosa accadrebbe nel caso in cui a Palazzo Madama il centrosinistra non dovesse avere la maggioranza. “Spero si capisca che lo dico per l’Italia, non per Bersani”, risponde il segretario del Pd.
“Non mi piace – aggiunge – l’idea che il business per l’Italia sarebbe azzoppare la vittoria di qualcuno per essere determinanti”.
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