Il Ppe preferisce Monti a Berlusconi. Il cavaliere offeso: Daul non rappresenta il partito
Duello a distanza tra Silvio Berlusconi e il capogruppo del Partito popolare europeo all’Europarlamento, Joseph Daul, che ieri ha indicato Mario Monti come ”il candidato del Ppe”. Quella di Daul, ”è una dichiarazione improvvida, che non rappresenta la posizione Ppe – ha sottolineato il Cavaliere, ospite di Radio anch’io -. Questo signore è uno dei 14 vicepresidenti del Ppe, che ha espresso una sua personale valutazione”.
Berlusconi ha poi chiuso all’ipotesi che Monti vada al Quirinale. Non c’è ”nessuna possibilità”, ha affermato. ”Era un Monti diverso, ci eravamo cascati”. ”Ho una candidatura ‘in pectore’ che penso possa essere apprezzata ma non voglio dire questo nome per non bruciarlo”, ha spiegato l’ex premier. Riguardo alla candidatura del presidente della Bce, Berlusconi ha precisato: ”Come al solito i quotidiani stravolgono le situazioni pur di farmi fare una brutta figura. Non ho portato in avanti nessuna candidatura di Draghi e non c’è mai stata”.
L’ex premier, parlando dell’ipotesi pareggio a Palazzo Madama, ha dichiarato: ”Non mi sono posto questo problema, perché penso che noi vinceremo ampiamente al Senato, io chiedo agli italiani di darci la maggioranza assoluta. E’ necessario – ha aggiunto – perché così potremmo modificare la Costituzione”.
”Tra Monti e il Pd c’è un accordo per stare insieme” dopo il voto, ha assicurato. ”Questo è chiaro e gli italiani devono averlo presente: paghi uno e prendi due, voti Monti e prendi anche Bersani o voti Bersani e prendi anche Monti. Questo centrino è alleato, spalla, ruota di scorta del Pd”.
”Abbiamo ancora da lavorare sulle liste soprattutto per quanto riguarda la concessione di alcune deroghe meritate”, ha sottolineato. Il Cavaliere ha ribadito che nel Pdl è stato imposto il ”limite di tre legislature e 65 anni”, ma ”ci sono personalità che per loro competenza ci farebbe ancora comodo avere. Dobbiamo riunirci per votare”.
”C’è una parte della magistratura che usa la giustizia a fini politici – ha proseguito -, questa è una patologia, questa parte della magistratura vuole venire addosso a me colpendomi nell’immagine e nel patrimonio”.
Poi, parlando di Ingroia, Berlusconi ha osservato: ”Rappresenta un’altra anomalia. In Italia c’è la possibilità per un magistrato che si è fatto pubblicità” attraverso i processi ”di potersi candidare direttamente in politica” e poi di tornare nella magistratura.
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