Diritti Tv, nessuno stop al processo a Berlusconi ma la sentenza arriverà dopo le elezioni
Dopo oltre tre ore di camera di consiglio il giudice di Milano, Alessandra Galli, ha respinto la richiesta dei legali di Silvio Berlusconi di fermare il processo d’appello sui diritti tv fino al dopo elezioni anche perché la sentenza arriverà a marzo, dopo la due giorni di urne. Una richiesta sollevata perché l’ex premier è impegnato a definire i nomi che faranno parte delle liste del Pdl e perché sarà impegnato nella campagna elettorale.
Secondo il giudice della seconda sezione d’appello le ragioni della difesa sono ”talmente generiche che non possono interferire nella campagna elettorale in termini contingenti” e inoltre lo svolgimento del processo non avrà quei risvolti mediatici negativi supposti dai legali dell’ex premier.
Per quanto riguarda la richiesta di non celebrare l’udienza di oggi perché Berlusconi è impegnato in una riunione del partito, per il giudice il legittimo impedimento è vago in quanto ”non sono state indicate le motivazioni” per cui la riunione fosse impossibile in altra data, oltre al fatto che la riunione era stata già fissata il 15 gennaio e non se ne era data ”pronta indicazione” ai giudici.
Il processo d’appello sui diritti tv può proseguire perché la sentenza è in programma dopo le elezioni e dunque non c’è quel ”clamore mediatico” di cui parla la difesa dell’ex premier, ha spiegato Galli, motivando la decisione di respingere lo stop al processo. Citando alcune sentenze della Corte costituzionale, si ribadisce che la decisione spetta al giudice e in questo caso il processo non può influire, in alcun modo, sulla campagna elettorale perché già da tempo la sentenza è stata fissata per marzo, quindi dopo il voto. Nella prossima udienza, la parola passerà all’accusa e contro Silvio Berlusconi sarà formulata una nuova richiesta di condanna, dopo quella a quattro anni in primo grado per il reato di frode fiscale.
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