Obama e il secondo giuramento da presidente: Ora parte la ripresa, America cogli l’attimo
“Un decennio di guerra ora sta finendo, la ripresa economica è iniziata, le possibilità dell’America sono illimitate”. E’ questo il messaggio di speranza che Barack Obama ha voluto trasmettere al paese, e al mondo, con il discorso per il suo secondo insediamento. Un discorso in cui il presidente americano ha usato prevalentemente il “noi”, dal momento che, come ha detto, “voi ed io, come cittadini abbiamo il potere di determinare il corso del nostro paese”.
Come era stato anticipato, nella Washington politicamente divisa Obama ha lanciato un forte messaggio all’unità in questo momento cruciale in cui il paese sta uscendo da una durissima crisi. “Questa generazione di americani è stata provata da crisi che hanno rafforzato la nostra determinazione e provato la nostra resistenza” ha detto ricordando le sfide che bisogna affrontare e il fatto che il paese ha le qualità per farlo: “Miei concittadini, è il nostro momento e noi sapremo sfruttarlo, se lo faremo insieme”.
Anche nell’appello all’unità, Obama però nel suo discorso ha ribadito con forza quali sono le stelle polari della sua politica, a partire dalla convinzione – che è al centro dello scontro politico con i repubblicani – che “il nostro paese non può avere successo se un gruppo sempre più ristretto sta molto bene ed un gruppo sempre crescente ce la fa a stento”. “Noi crediamo che la prosperità dell’America debba essere fondata sulle ampie spalle della emergente classe media”, ha aggiunto.
Poi è tornato sulla necessità di “riformare le nostre scuole” per dare ai “cittadini le capacità per lavorare meglio, imparare di più ed avanzare di più”. Non è mancato poi un riferimento alla prossima battaglia con i repubblicani, quella per il bilancio, riconoscendo che “dobbiamo fare scelte difficili per ridurre il costo della sanità e ridurre il deficit”, ma ha detto di “rifiutare l’idea che l’America debba scegliere tra occuparsi della generazione di chi ha costruito questo paese o investire su quella che costruirà il futuro”. Vale a dire, no a tagli draconiani a pensioni e Medicare, l’assistenza sanitaria per i pensionati.
Ma il messaggio più dirompente è stato quello che ha lanciato sui diritti dei gay, la cui lotta è stata inserita a pieno titolo da Obama nel cammino fatto dall’America sulla strada dell’eguaglianza. “Il nostro cammino non sarà completo fino a quando i nostri fratelli e sorelle gay non saranno trattati come tutti gli altri davanti alla legge”, ha detto Obama che ha anche fatto riferimento alla rivolta di Stonewall del 1969, considerata l’inizio del movimento di liberazione dei gay.
Sempre usando la metafora del cammino da completare, Obama ha fatto riferimento ad altri due punti che saranno centrali della sua agenda, la riforma della legge sull’immigrazione e il controllo delle armi. “Il nostro cammino non sarà completo fino a quando non troveremo un modo migliore per accogliere gli immigrati pieni di speranza che ancora vedono l’America come una terra di opportunità”, ha detto. E fino a quando “i nostri bambini, dalle strade di Detroit fino alle colline di Appalachia e le stradine tranquille di Newtown, non sanno che sono sicuri dal pericolo”.
E anche sul piano internazionale Obama ha dato un forte segnale alla destra sottolineando la volontà di “rispondere alla minaccia dei cambiamenti climatici”. “Alcuni possono ancora negare la dominante opinione degli scienziati – ha aggiunto con quella che sembra una descrizione delle posizioni di molti repubblicani americani – ma nessuno può negare l’impatto devastante dei violenti incendi, delle terribili siccità e delle tempeste sempre più potenti”.
Un modo per rispondere a queste emergenze è quello di puntare alle energie alternative e “l’America non può opporre resistenza a questa transizione, deve guidarla”. Dopo aver fatto riferimento alla fine del decennio di guerre, Obama ha ricordato i “nostri coraggiosi uomini e donne in divisa” e i caduti, sottolineando che “la coscienza del loro sacrificio ci manterrà per sempre vigili contro quelli che ci vogliono colpire”.
Ma ha anche sottolineato “che una sicurezza e una pace durevoli non richiedono una guerra perpetua”. L’America di Obama “mostrerà il coraggio di cercare di risolvere le nostre differenze con altre nazioni in modo pacifico, non perché siamo ingenui di fronte ai pericoli ma perché il dialogo può rimuovere in modo più durevole il sospetto e la paura”.
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