Processo Ruby, la sentenza arriverà dopo il voto. Boccassini: Anticiperò la mia requisitoria
La sentenza sul caso Ruby sarà sicuramente dopo il voto. Il giudice Giulia Turri ha infatti stabilito le prossime date del processo che vede imputato l’ex premier Silvio Berlusconi.
Dopo l’udienza odierna in calendario sono previste le date del 28 gennaio, del 4 e 11 febbraio e del 4 e 11 marzo. Un calendario in cui, però, l’unica incertezza resta collegata alla data della requisitoria quando il sostituto procuratore Ilda Boccassini farà la sua richiesta di condanna per l’ex premier.
Il Tribunale ha tentato un ‘accordo’ chiedendo all’accusa di fare la requisitoria il 4 marzo, quindi dopo il voto, ma la Boccassini ha ‘rifiutato’ l’offerta dicendosi pronta ad avanzare la richiesta di condanna già il prossimo 11 febbraio, quindi prima del voto.
Comunque vada a finire, la sentenza contro l’ex premier ci sarà a marzo quando l’esito del voto sarà già noto. Ora i giudici sono in Camera di Consiglio per decidere se la richiesta di sospendere il processo per 30 giorni deve essere accettata. Una richiesta avanzata dai legali di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, entrambi candidati nelle liste del Pdl.
L’avvocato di Silvio Berlusconi, infatti, ha annunciato di essere tra i candidati per la lista al Senato e ha chiesto al giudice di Milano di sospendere il processo per potersi concentrare sulla campagna elettorale.
”Continuo a ribadire, con la massima tranquillità che la sospensione di 30 giorni è assolutamente ragionevole ed è sempre stata concessa finora dal Tribunale di Milano”. Per Ghedini questi 30 giorni di campagna elettorale sono una ”necessità oggettiva” e ”mi amareggia la non collaborazione con il Tribunale”. In questo senso Ghedini ha chiesto di voler rivedere la precedente decisione.
In caso contrario, nel caso in cui il collegio giudicante non sia disposto a fermare il dibattimento fino alle elezioni, il legale del Cavaliere sta valutando la possibilità di rimettere il mandato . Una possibilità che Ghedini esprime in Aula quando sottolinea che ”il ruolo di avvocato in questo processo non sembra necessario” e sottolinea come un mese di rinvio per la campagna elettorale è ”una necessità oggettiva”.
Ghedini ha così ricordato che nel 2001, nel 2006, nel 2008, il Tribunale di Milano ha sempre concesso lo stop per la campagna elettorale e che non farlo significa ”consentire alla Procura di intervenire pesantemente” nel voto. ”Può darsi – dice all’esterno dell’aula – che io debba rinunciare all’uno o all’altro: o a fare l’avvocato o a fare il candidato”.
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