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Impresentabili Pdl, Cosentino e Milanese fuori. Minzolini e Scilipoti, elettori in rivolta

Impresentabili Pdl, Cosentino e Milanese fuori. Minzolini e Scilipoti, elettori in rivolta

Nicola Cosentino fuori dalle liste del Pdl. Dopo una lunga trattativa e un serrato braccio di ferro con Angelino Alfano, determinato a lasciare fuori i cosiddetti ‘impresentabili’, l’ex sottosegretario all’Economia “ha rinunciato” alla candidatura in Campania. Ad annunciarlo ai cronisti Luigi Cesaro, uscendo dalla sede della corte d’appello di Napoli, dove Francesco Nitto Palma ha consegnato le liste del Pdl per le circoscrizioni Campania 1 alla Camera e per il Senato.
Subito dopo la decisione di escludere Cosentino, si era diffusa la voce che l’ex sottosegretario per protesta avrebbe portato via con sé i documenti per la sottoscrizione delle candidature. Sul caos firme, Cesaro ha quindi rassicurato: “Le firme le aveva in custodia Nitto Palma. Era irreperibile per tre o quattro ore ed eravamo in ansia, e abbiamo ricominciato a prendere le firme all’hotel Terminus. Non ho ancora sentito Cosentino – ha poi aggiunto – Il fatto che sia fuori è una cosa molto dolorosa, per tanti anni è stato leader politico di questo movimento”.
”Crediamo di aver fatto la scelta giusta”, ha poi commentato Angelino Alfano al Tg1. Questo non vuol dire che è venuta meno la fede ”nel principio di non colpevolezza” o la convinzione che Cosentino sia innocente. Quanto alle voci sulle liste del Pdl ‘scomparse’, anche il segretario del partito ha spiegato che “le liste sono regolarmente presso gli uffici giudiziari competenti”.
Ma la presunta scomparsa delle liste con gli atti di accettazione delle candidature per il Senato e per le circoscrizioni Campania 1 e 2 alla Camera, ha tenuto banco per gran parte del pomeriggio. L’esclusione di Cosentino, avevano riferito in via dell’Umiltà, avrebbe provocato la rivolta dei suoi fedelissimi, mandando in tilt il partito. E visto che mancava poco al termine per la presentazione delle liste, fissato per le ore 20, i vertici pidiellini si sono messi a raccogliere nuovamente le firme dei candidati per consegnarle in tempo utile.
Un caos totale, frenato poi da un comunicato ufficiale del Pdl: ”La notizia relativa a una presunta sparizione delle liste elettorali della Campania è destituita di fondamento. Tutta la documentazione è nelle mani del commissario regionale della Campania, senatore Francesco Nitto Palma, che sta provvedendo al deposito”.
Intanto, dopo Scajola e Dell’Utri, anche Marco Milanese ha deciso di chiamarsi fuori, annunciando di voler rinunciare alla corsa: “Comunico di aver ritirato sin da ieri la mia candidatura dalle liste del Pdl al fine di evitare ogni strumentalizzazione delle mie vicende giudiziarie”, ha detto il deputato uscente del Pdl.
Un comunicato di via dell’Umiltà ha reso noto che Silvio Berlusconi sarà capolista al Senato in tutte le Regioni. Il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano, sarà invece candidato capolista alla Camera in quattro circoscrizioni: Sicilia 1, Lazio 1, Piemonte 1 e Piemonte 2.
Oltre ai cosiddetti ‘impresentabili’, a mandare in fibrillazione il Pdl è anche il caso dei ‘catapultati’. Forti malumori ci sarebbero stati in Liguria per la candidatura blindata a palazzo Madama per l’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini (subito dopo il capolista Silvio Berlusconi) e alla Camera del deputato Giorgio Lainati, inserito all’ultimo momento.
Posto anche per Domenico Scilipoti, candidato al Senato in Calabria nelle liste del Pdl, sesta posizione. Antonio Razzi sarà invece quarto in Abruzzo. Capolista al Senato in Abruzzo sarà Gaetano Quagliariello.
Secondo le ultime indiscrezioni l’ex ministro Gianfranco Rotondi correrà da capolista per il Pdl in Campania alla Camera, nella prima circoscrizione. Dietro di lui il cosentiniano Luigi Cesaro. Al terzo posto Calabrò, seguito da Gioacchino Alfano, Giuseppina Castiello, Nino Marotta, Paolo Russo e Amedeo Laboccetta. Secondo le voci raccolte in via dell’Umiltà, al Senato, i blindati sarebbero oltre al capolista Silvio Berlusconi e al numero due Francesco Nitto Palma Alessandra Mussolini, Esposito, Sibilia, Compagna e D’Anna. Il terzo posto che era destinato a Nicola Cosentino, raccontano non è stato ‘riempito’ e quindi sono scalati i posti successivi.
Raffaele Fitto sarà invece capolista alla Camera per il Pdl in Puglia. Dietro di lui corrono per un seggio sicuro Antonio Leone, Antonio Distaso, Francesco Paolo Sisto, Benedetto Francesco Fucci, Elvira Savino e Rocco Palese (al settimo posto).
In Lombardia. A poche ore dalla presentazione delle liste la configurazione vedeva oltre a Silvio Berlusconi capolista al Senato, Maurizio Lupi alla guida della Camera nella circoscrizione 1. Nel collegio Lombardia 2 guiderebbe la lista l’ex ministro Maria Stella Gelmini, mentre il Lombardia 3 ci sarebbe, sempre al primo posto, Daniela Santanché.
Nel Lazio. L’ex governatrice del Lazio, Renata Polverini, è terza nella lista del Pdl alla Camera nel collegio Lazio 1. Il segretario Angelino Alfano guida la lista, poi c’è il capogruppo uscente Fabrizio Cicchitto. Al quarto posto Sestino Giacomoni, poi Beatrice Lorenzin, Gianni Sammarco, Eugenia Roccella, Fiorella Ceccacci Rubino, Melania Rizzoli e Mario Baccini.
“Mi preme sottolineare la distanza stellare tra il modo di procedere del Pdl e quello nostro”. Lo dice il segretario del Pd Pier Luigi Bersani nel corso de ‘Lo Spoglio’ su SkyTg24. Per il segretario, la vicenda Cosentino “è tra il grottesco e lo scandaloso”.
Definisce poi Silvio Berlusconi “il capitano che ha portato la nave sugli scogli”. “Come Schettino…”, paragona Ilaria D’Amico. Replica: “Lo ha detto lei…”. In precedenza, Bersani aveva definito il Cavaliere un “mago, guarda come gli sono cresciuti i capelli”, una “personalità negativa, ma una personalità, in grado di riproporsi con forza e combattività”.
Parlando invece di Mario Monti, il segretario del Pd dice: “Non mi aspettavo che Monti entrasse mani e piedi nella contesa. E’ una scelta che comunque va rispettata, ma non è in grado di rappresentare un’alternativa alla destra”.
Poi riferendosi al rapporto con Rivoluzione civile di Antonio Ingroia, esclama: “Che sinistra è quella che fa vincere la destra?”. I voti “sono tutti utili”, aggiunge, anche se alla domanda specifica se sia inutile il voto ad altre formazioni, specifica: “Se si vuole battere la destra, sì”. Per Bersani “qui vince chi arriva prima”.
E “chi prenderà più voti governerà questo Paese”. Per il leader democratico la gente chiede che “teniamo ferma la barra della politica” e “io non intendo governare, come la destra, scegliendomi ogni giorno un nemico”. Per Bersani dall’altra parte non c’è un “nemico, ma un avversario”.
Commentando, infine, i sondaggi di Sky Tg24 che indicano una flessione del partito rispetto al 40% di qualche settimana fa, Bersani fa una battuta: “Il dottore consiglia di non misurare la pressione tutti i giorni. Quello che conta è la tendenza di fondo”. E aggiunge: “Allora eravamo solo noi in campo, ora c’è un’altra offerta politica”. Ma da parte del Pd “c’è assoluta serenità su questo confronto”.