Napoli, arrestati 10 esponenti d Casapound: progettavano di violentare una ragazza ebrea
Lo stupro di una studentessa universitaria ebrea e l’incendio di una gioielleria gestita da un ebreo. Erano questi i progetti di alcuni dei militanti di Casapound, finiti nell’inchiesta condotta dai pm della Procura di Napoli-sezione distrettuale antiterrorismo ed eseguita stamane dai carabinieri del Ros.
Gli indagati per oltre un anno sono stati tenuti d’occhio dai militari che hanno eseguito intercettazioni telefoniche e ambientali. Proprio nel corso di una intercettazione telefonica sono emerse le intenzioni di alcuni degli estremisti di destra di violentare una studentessa universitaria ebrea. Ma, c’era anche un orefice ebreo finito nel mirino degli estremisti di destra.
Uno dei militanti “professione” scippatore, intercettato dai carabinieri sosteneva di voler dare a fuoco all’oreficeria del negoziante ebreo. Uno degli indagati, chiacchierando al telefono spiega al suo interlocutore di essere uno scippatore che colpisce tra l’altro anche le vecchiette. Il frutto dei suoi scippi andava poi a rivenderlo al negoziante ebreo. “Le catenine d’oro che scippo le vado a vendere – dice in un’intercettazione – Mi fanno un prezzo buono”. Durante la conversazione tra due degli indagati nell’ambito dell’inchiesta su Casapound spunta fuori l’idea di dare fuoco al negozio dell’orafo ebreo. “Andiamo a bruciargli il negozio a quel sionista di m…?”, propone uno degli indagati all’altro militante.
I provvedimenti di custodia cautelare sono scattati all’alba di oggi per 10 appartenenti al gruppo di estrema destra. Sette destinatari del provvedimento sono stati arrestati (due sono finiti in carcere, cinque ai domiciliari) altri tre hanno ricevuto l’obbligo di dimora presso le proprie abitazioni.
Per loro l’accusa è a vario titolo di associazione sovversiva, banda armata, detenzione e porto illegale di due pistole calibro 9×21 e di materiale esplosivo, tra molotov e bombe carta e lesioni personali aggravate.
L’ordinanza è stata consegnata agli indagati residenti a Napoli, Salerno e Latina. I carabinieri del Ros che hanno condotto le indagini hanno eseguito anche 28 perquisizioni e sequestrato il circolo ‘Berta’ utilizzato come ritrovo abituale del gruppo, al cui interno venivano “organizzate tutte le azioni violente da attuare nel corso delle manifestazioni di piazza”, spiegano in procura.
L’inchiesta a carico di Casapound è nata tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 quando i carabinieri del Ros sono venuti a sapere dell’esistenza di un presunto gruppo di matrice neofascista responsabile di diversi pestaggi di giovani anarchici e di appartenenti dei centri sociali. Gli inquirenti sostengono che le vittime non avrebbero mai denunciato le aggressioni subite.
A far scattare l’indagine, gli scontri nei pressi della facoltà di lettere e filosofia delle università Federico II di Napoli tra esponenti di Casapound e appartenenti alla sinistra antagonista che si verificarono il 29 aprile 2011 quando 3 giovani furono feriti a coltellate e un quarto ferito a colpi di bastone sulla testa. A seguito della zuffa la sezione distrettuale antiterrorismo di Napoli della Procura ha raccolto elementi sulla costituzione di una presunta associazione sovversiva e di una banda armata riconducibile ai gruppi Casapound e ‘Blocco stutendesco’ con disponibilità di armi bianche e improprie “che – spiegano i pm – stava maturando la convinzione di dotarsi di armi da sparo illegali acquisite sui mercati clandestini”.
Un altro grave episodio riguarda il lancio di bottiglie molotov contro il centro sociale ‘Insurgencia’ situato a Capodimonte, zona periferica di Napoli. Casapound avrebbe poi organizzato manifestazioni non organizzate presso la facoltà di lettere e filosofia, compiuto aggressioni contro persone anche con l’utilizzo di coltelli. Fanno notare in Procura che i giovani militanti erano indottrinati ed educati all’odio etnico e all’antisemitismo nel corso di riunioni in cui si aprivano anche discussioni sul libro di Adolf Hitler ‘Mein kampf‘.
I 7 arrestati sono: Enrico Tarantino di 26 anni (in carcere), Giuseppe Savuto di anni 27 (in carcere), Emmanuela Florino, 25 (arresti domiciliari), Aniello Fiengo, 24 (arresti domiciliari), Giuseppe Guida, 23 (arresti domiciliari), Massimo Marchionne, 46 (arresti domiciliari) e Giovanni Senatore, 29 (arresti domiciliari. Emanuela Florino è la figlia dell’ex senatore dell’ex Msi e dell’ex An Michele Florino. La stessa Florino e Savuto sono candidati alle elezioni del 24 e 25 febbraio con Casapound: Florino al collegio Campania 1 con il numero 2 e Savuto sempre a Campania 1 con il numero 3. Hanno ricevuto l’ordinanza con obbligo di dimora Andrea Coppola di 21 anni, Raffaele Palladino, 21 e Alessandro Mennella, 32.
“Dagli arresti di oggi a Napoli nel centro di estrema destra intitolato al ‘Mein Kampf’ – ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino – sono emerse intercettazioni in cui si parla di dare fuoco a una oreficeria di proprietà di un ebreo e di fare violenza su una studentessa universitaria ebrea, lamentando il fatto ‘che negli atenei italiani si dia ancora accesso agli ebrei’. Questo è un orrore che suscita una reazione di sdegno e ribrezzo: nessuno di noi poteva pensare che cose di questo genere potessero accadere in un Paese come l’Italia. Non abbassiamo la guardia”, è stato l’invito del Guardasigilli.
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