Troppe prescrizioni, processi lunghi e carceri disumane: il triste primato della giustizia italiana
La densità della popolazione carceraria “supera ogni livello di tollerabilità e lede in modo grave e non più giustificabile la dignità delle persone ristrette, tanto da porre in dubbio la legittimità, nelle condizioni date, delle modalità di esercizio del diritto punitivo dello Stato”. E’ uno dei passaggi del discorso di Giovanni Canzio, presidente della Corte d’appello di Milano, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Presente, insieme alle autorità civili e militari, anche il premier uscente Mario Monti.
La Corte di Strasburgo, anche di recente, ricorda Canzio, ha “nuovamente censurato l’Italia” per una situazione “ormai sistemica e causa di trattamento disumano e denigrante per la persona”.
In un altro passaggio il presidente della Corte d’appello di Milano sottolinea poi che il BelPaese “ha il triste primato in Europa del maggior numero di declaratorie di estinzione del reato per prescrizione (circa 130.000 quest’ultimo anno) e, paradossalmente, del più alto numero di condanne della Corte europea dei diritti dell’uomo per l’irragionevole durata dei processi”.
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