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Crisi, l’Europa contro Berlusconi: Non ha mantenuto gli impegni presi. Monti ha stabilizzato la situazione

Attacco all’ex premier Silvio Berlusconi dal commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn. Illustrando nella settimana parlamentare europea la necessità di un credibile consolidamento dei conti pubblici, ha dichiarato: “Un esempio chiarissimo dell’effetto del mancato consolidamento è quello dell’Italia nell’autunno del 2011″ quando “dopo le promesse dell’estate per permettere l’intervento della Bce, il governo Berlusconi decise di non rispettare più gli impegni assunti: il risultato fu la carenza di finanziamenti e il blocco della crescita italiana”.
Dopo aver sottolineato come, dopo l’estate, grazie “agli acquisti di titoli della Bce i tassi sui Btp fossero scesi”, Rehn ha ricordato la crisi sul debito italiano seguita al mancato rispetto degli impegni da parte dell’esecutivo Berlusconi che portò “alla nascita del governo Monti che ha cercato di stabilizzare i conti pubblici”.
Un anno fa ”c’era seria preoccupazione per l’Italia e la Spagna”, ha affermato il Commissario agli Affari Economici, che ha ricordato come “un anno fa le cassandre prevedevano la disintegrazione dell’Eurozona, che invece ha dato prova di resistenza ed ha adottato le misure politiche necessarie”.
Ora, ha aggiunto, questa incertezza “è scomparsa”, ma “restano delle sfide come quella della disoccupazione elevata”. E nonostante i risultati raggiunti “non c’è posto per l’autocompiacimento”, ha ammonito il commissario europeo che ha invitato i paesi membri a mantenere l’attuale passo delle riforme “per mandare avanti il riequilibrio delle economie europee”.
Per superare la crisi non si può escludere l’idea di “una condivisione del debito sovrano, ma con una maggiore partecipazione al processo decisionale”, ha affermato Rehn, ammettendo come sulla questione “ci sono posizioni divergenti”. “Le riforme strutturali e il consolidamento di bilancio” avviati in molti paesi “richiedono un meccanismo di solidarietà europeo”, ha aggiunto.
“Bisogna completare il lavoro sulla supervisione unica bancaria, con un meccanismo di risoluzione” delle banche dell’Eurozona, ha continuato. “Le finanze pubbliche in Europa stanno migliorando” ma per il commissario finlandese “dobbiamo convincere i mercati sulle prospettive a lungo termine dell’euro”. In questo senso per Rehn è fondamentale “l’iniziativa della Commissione per una ‘vera’ Unione economica e monetaria” e che prevede “nel breve termine proposte concrete sull’Unione Bancaria e sviluppo di un meccanismo decisionale europeo”.
“Dobbiamo portare avanti le riforme sui nostri mercati del lavoro, come quelle che facilitano la creazione di posti, ma anche favorire contratti a tempo indeterminato”, ha poi sottolineato il commissario europeo. ”Bisogna far sì che chi perde il lavoro venga riqualificato e reinserito nel mercato del lavoro”, ha aggiunto Rehn che ha indicato la necessità di “incoraggiare gli investimenti privati, l’imprenditoria e l’educazione”.
Quanto al nodo del debito pubblico, Rehn ha ribadito come la priorità debba andare alla ”prosecuzione del consolidamento fiscale” a cui ”non c’è alternativa”: un debito al 90-100% del pil è un ”serio ostacolo” alla crescita. Ma, ha concluso, serve “un consolidamento fiscale diverso a seconda delle specificità dei singoli paesi: per questo abbiamo garantito una proproga per eccesso di bilancio per Spagna, Portogallo e Grecia”.
Duro il commento del commissario europeo all’ipotesi di un referendum sull’Ue prospettato dal premier conservatore britannico. “A David Cameron – ha dichiarato – dico che non c’è bisogno di fare minacce per far avanzare l’agenda europea” sul tema dei cambiamenti necessari. “Se fossi un cittadino britannico – ha aggiunto con una metafora calcistica – preferirei vedere il Regno Unito a centrocampo anziché in panchina”. In Europa, ha concluso Rehn, “non si può segnare un goal stando in panchina”.