Colpo grosso in campagna elettorale: Berlusconi acquista Balotelli per 20 milioni. Si attende 2 punti in piu nei sondaggi
Super-Mario al Milan, affare fatto. L’accordo tra la societa’ rossonera e il Manchester City fa da prologo al ritorno del ‘Bad Boy’, atteso domani in Italia dopo 2 anni e mezzo di esilio inglese. Balotelli si sottoporra’ alle visite e poi firmera’ il contratto fino al 2017 per un ingaggio annuale di circa 4 milioni. Di nuovo a Milano, quindi, ma con una maglia diversa rispetto a quella lasciata 29 mesi fa. L’Inter si ritrovera’ come avversario il giocatore ceduto nell’estate 2010 dopo il triplete e l’addio di Jose’ Mourinho. Per una cifra di circa 28 milioni di euro, Balotelli fa i bagagli e approda al Manchester City, dove ritrova Roberto Mancini. L’ambiente nerazzurro non piange per la partenza dell’attaccante, poco integrato nello spogliatoio e poco gradito a parte della tifoseria dopo un’apparizione televisiva con la maglia del Milan. Mancini, dopo aver lanciato il ragazzino nel 2007, accoglie un ventenne che fa notizia in campo e fuori. I tabloid accendono i riflettori sul ‘Bad Boy’, che non delude le aspettative della stampa scandalistica: ai flirt veri o presunti, Balotelli abbina un ampio repertorio di ‘prodezze’. Resta memorabile il lancio di freccette ad alcuni calciatori del settore giovanile del City e, piu’ recentemente, l’incendio domestico provocato dalla maldestra gestione di fuochi d’artificio. A fare da contorno, secondo i giornali, la valanga di multe per le continue infrazioni al volante.
Mancini prova a gestire il ‘Bad Boy’ che in campo alterna prodezze, come la prima tripletta della carriera (contro l’Aston Villa), a follie come l’espulsione rimediata negli ottavi di Europa League contro la Dynamo Kiev. A fine stagione, l’attaccante offre il meglio: e’ il ‘man of the match’ nella finale di FA Cup che il City vince per 1-0 contro lo Stoke City. Il club torna ad alzare un trofeo dopo 35 anni di digiuno. Il 2011-2012 si snoda ancora all’insegna del rapporto odio-amore con il tecnico. A marzo dello scorso anno, il manager sbotta: ”Non mi fido di Mario. Nessuno si fida di lui”. Ad aprile, quando il City perde 1-0 contro l’Arsenal, Balotelli si fa espellere e Mancini sbotta: ”Se non cambia, tra 2 anni e’ finito”. Il giocatore viene accantonato per qualche settimana, ma il sereno torna nel finale di campionato. Il City rimonta e supera lo United nel duello targato Manchester, Mancini e Balotelli sono campioni d’Inghilterra e la stagione si chiude in festa. L’attaccante brilla agli Europei e trascina l’Italia in finale: la doppietta alla Germania e’ la perla dell’avventura continentale. Ci sono tutti i presupposti per trasformare il 2012/2013 nella stagione della totale esplosione. E invece, arriva la frenata a dir poco brusca. Balotelli finisce ai margini del City, gioca appena 14 partite di campionato e segna un solo gol in Premier.
Il rapporto con la società arriva ai minimi storici quando il giocatore si appresta a portare il club in tribunale per contestare i circa 400.000 euro di multe. La marcia indietro in extremis è un segnale distensivo, ma serve a poco. In allenamento, complice un’entrata ‘robusta’ su un compagno, Balotelli arriva quasi alle mani con Mancini: i titoli di coda sono imminenti e le dichiarazioni del manager (”Non c’e’ nessun caso”) servono a poco.
Arriva il mercato invernale e i riflettori si accendono su Mino Raiola, procuratore del giocatore: ”Non c’è nessuna trattativa”, dice e ripete l’agente. ”Ma il 31 gennaio, chissà…”, aggiunge.
Silvio Berlusconi bolla l’attaccante come ”mela marcia” ma poi corregge il tiro. L’ad rossonero Adriano Galliani lavora sotto traccia, si parla di prestito e invece il Milan, tornato in piena corsa per il terzo posto in campionato, piazza il colpo: accordo con il City per 20 milioni (piu’ 3 di bonus).
Domani il giocatore è atteso a Milano per le visite mediche e la firma del contratto fino al 2017. Già domenica potrebbe andare in campo e cominciare la nuova avventura. Il 24 febbraio, intanto, è già una data cerchiata in rosso: a San Siro c’e’ il derby.
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