Napoli nel caos, non ci sono i soldi per il gasolio degli autobus. Città paralizzata
“Emergenza gasolio” per gli autobus di Napoli e mattinata di passione per gli utenti dell’Anm, l’azienda napoletana di mobilità. Dopo ore in cui, per mancanza di carburante, l’azienda – come aveva comunicato su Facebook ieri sera – non ha potuto garantire il servizio, sono arrivati i rifornimenti.
Sta così tornando alla normalità il trasporto pubblico. Il primo rifornimento è stato effettuato agli automezzi nel deposito di Via Puglie, permettendo il ripristino del servizio sulle linee che attraversano i quartieri orientali di Napoli: Barra, San Giovanni, Ponticelli e l’area a ridosso della stazione centrale di Piazza Garibaldi. Si prevede dopo le 14 il pieno ritorno alla normalità anche nelle altre zone della città.
Sul profilo facebook Anm Napoli, ieri sera, era stato comunicato che, per mancanza di carburante, il servizio non sarebbe stato garantito. E’ stato comunque regolare il servizio alibus, linea di collegamento veloce tra l’aeroporto di Capodichino e il centro della città, che effettua quattro fermate: aeroporto, stazione centrale di Piazza Garibaldi, Via Marina a Porta di Massa e Piazza Municipio, all’altezza del Molo Beverello.
”Quanto si sta verificando a Napoli, dove molti bus sono fermi per la mancanza di soldi per i rifornimenti di gasolio, sta producendo un vulnus grave al diritto alla mobilità degli utenti, esattamente come avviene in caso di scioperi improvvisi”. Così Roberto Alesse, presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali commenta lo stop del trasporto pubblico locale.
“Lo scorso dicembre l’Autorità ha scritto ad Asstra proprio in relazione all’emergenza del trasporto pubblico in Campania, anche per avere notizie circa la solidità patrimoniale delle aziende di trasporto pubblico locali, senza aver ricevuto, ad oggi, alcuna risposta” spiega sollecitando, “nell’impossibilità oggettiva di rifornire i mezzi”, di dare conto ai cittadini “con un’informazione capillare e quotidiana, che non può certo ritenersi soddisfatta con un semplice comunicato stampa o con una notizia diffusa sui social network”.
Per questo, spiega ancora Alesse, sto valutando “la possibilità di coinvolgere la presidenza della Regione Campania e i sindaci delle città interessate, per affrontare insieme una situazione ormai esplosiva e per evitare che il mancato intervento delle Istituzioni finisca per produrre un silenzio assordante.”
Da parte del Comune, l’assessore alla Mobilità di Napoli, Anna Donati, dice: “Sapevamo che gennaio sarebbe stato un mese difficile, non essendo ancora in campo la soluzione dell’anticipo del fondo previsto dalla legge 174 con il piano di rientro del debito”.
“Non dimentichiamo – prosegue Donati – che tra Governo e Regione si è proceduti con un taglio del 40% del fondo per il trasporto pubblico locale. E’ un modo di uccidere le aziende e la mia speranza è che il futuro governo del Paese sia più sensibile ai temi delle città e del trasporto pubblico. Non solo tagli, ma strategia industriale. Dal 2010 si è soltanto tagliato, pensando che questo lasciasse indifferenti aziende e utenza”.
Da un lato il fondo previsto dal cosiddetto ‘salva Comuni’, per accedere al quale il Consiglio comunale di Napoli ha approvato due sere fa il piano pluriennale di riequilibrio, “per restituire le risorse dovute alle partecipate verso le quali l’amministrazione ha un forte debito, in particolare l’Anm”; dall’altro il progetto della fusione delle tre partecipate della mobilità napoletane, Anm, Metronapoli e Napolipark. Queste le due azioni che il Comune sta mettendo in campo.
Prima di Natale è stato compiuto il primo passo in direzione della fusione, ricorda Donati, “con la trasformazione di Napolipark in holding alla quale sono sottoposte Anm e Metronapoli. E’ stata poi insediata la cabina di regia e le tre societa’ presenteranno il piano industriale e gli aspetti tecnico operativi per arrivare alla fusione vera e propria. Ma è un pezzo della soluzione”.
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